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Pubblicato il 26/06/2012 09:09

Pescara e Teramo, addio alle province?

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L'ipotesi contenuta in un articolo del Corriere della Sera

La Provincia di Pescara e quella di Teramo a rischio sparizione, stando a quanto contenuto nell'articolo di oggi di Sergio Rizzo pubblicato sul Corriere della Sera. Nel pezzo vengono ripercorse le tappe che avevano portato alla decisione di abolire tutti gli enti intermedi, scelta poi bloccata da un "fuoco di sbarramento" bipartisan. 

Stesso articolo, altra testata. Sul Sole 24 ore di lunedì 25 giugno si torna a parlare dell'abolizione delle Province. Stessi argomenti, identica conclusione: il taglio sarebbe imminente.

Rizzo afferma che il Governo Monti ha pronto un piano B da attuarsi con un decreto legge. Secondo questo progetto le "Province mantengono tre funzioni quali strade, ambiente e gestione delle aree vaste. Le giunte saranno comunque azzerate e i consigli, non più elettivi, ridotti all'osso come previsto dal decreto salva Italia. Il numero degli enti verrebbe però tagliato, utilizzando criteri in parte simili a quelli della proposta abortita di Calderoli".

I criteri sono molto semplici. Dovranno essere soddisfatti, secondo Rizzo, almeno due dei seguenti requisiti: "superficie di almeno 3.000 chilometri quadrati, popolazione superiore a 350 mila abitanti e oltre 50 Comuni presenti nel territorio. Dalle attuali 107 (tolte la Valle d'Aosta e le Province autonome di Trento e Bolzano) si passerebbe a 54. Meno di quelle (59) esistenti nel 1861. In realtà, attenendosi scrupolosamente ai parametri, il loro numero dovrebbe addirittura scendere a 50. Si è tuttavia stabilito di salvare i capoluoghi di Regione che pur non hanno i requisiti, come Venezia, Ancona, Trieste e Campobasso".

Nell'elenco delle province da eliminare sono comprese quelle di Pescara e Teramo. Dieci Province, infine dovrebbero scomparire in un secondo momento se e quando verranno finalmente istituite, com'è previsto fin dal 1990, le città metropolitane. Nell'elenco, oltre alla stessa Venezia, troviamo Roma, Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Napoli, Bari e Reggio Calabria.

Fin troppo facile prevedere battaglia attorno al provvedimento al momento dell'effettiva presentazione.

La tabella del Corriere della Sera

 

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