L'ex sindaco di Pescara Luciano D'Alfonso ha parlato per un'ora nel processo che lo vede imputato insieme a 23 persone su presunte tangenti negli appalti pubblici. D'Alfonso ha parlato di viaggi, case e appalti comunali. Per un'ora l'ex primo cittadino si e' sottoposto alle domande del pm Gennaro Varone sostenendo che i viaggi sono stati offerti da Toto, padrino di battesimo di suo figlio e al quale lo lega un'amicizia di lunga data.
"I viaggi - ha detto - non erano dazioni in cambio di qualcosa. Protagonista dei viaggi era la famiglia Toto e poi quando stava per avvicinarsi la partenza si ricavano gli accompagnatori. Quando era prossima la data del viaggio, Toto mi telefonava e mi diceva di preparare la valigia, ma capitava anche che gli rispondevo che non potevo andare perche' avevo degli impegni e non perche' sapevo che c'era una indagine".
D'Alfonso ha aggiunto che Toto durante i viaggi provvedeva a tutto "per pagare qualcosa era una lotta". Relativamente ai soldi utilizzati senza movimentare i conti correnti per sostenere spese di vario genere, come ad esempio i lavori alla villa di Lettomanoppello, l'arredamento per la casa di Pescara e una macchina, ha detto che sono state effettuate con il denaro contante dei genitori, della nonna e di uno zio.
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