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Pubblicato il 29/11/2013 18:06

Falsi posti di lavoro per immigrati in cambio di denaro, raffica di arresti nell'aquilano

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Promettevano il permesso di lavoro dietro pagamento di un compenso da parte degli immigrati. Secondo quanto emerso dalle indagini, dal 2009 ad oggi era stato messo a punto un meccanismo ben collaudato che consentiva, dietro il pagamento di 7.000 euro a persona, di ottenere un falso posto di lavoro utile all'ottenimento del permesso di soggiorno

Si trattava di bengalesi, pakistani e marocchini, fatti arrivare in Italia, in particolare ad Avezzano e nei Comuni della Marsica, attraverso i flussi migratori disponibili nel corso dell'anno, per l'assunzione di lavoratori stranieri presso locali aziende agricole. Ma una volta giunti in Italia i cittadini stranieri dovevano pagare 7.000 euro ai fittizi datori di lavoro o ai loro intermediari, senza ovviamente ottenere alcun lavoro ma solo la possibilita' di permanere nel territorio dello Stato. Le indagini, partite da una denuncia sporta nel 2010 da una donna presso l'Ambasciata di Islamabad in Pakistan, hanno evidenziato 259 richieste di visti d'ingresso, tutte finalizzate a delle false assunzioni. Le indagini della squadra mobile, effettuate con l'ausilio di attivita' tecniche, e tramite diversi servizi di pedinamento ed appostamento, hanno consentito di fermare un gruppo ben organizzato, formato da 15 persone, cittadini italiani, tutti originari della Marsica ed effettivamente proprietari di aziende agricole, aiutati da stranieri, bengalesi, marocchini e pakistani, attivi nel ruolo di procacciatori di migranti. Si stima un giro di affari di oltre 175.000 euro mentre sarebbero circa 250 gli extracomunitari vittime dello smuggling (contrabbando).

L' attivita' investigativa e' nata nel 2010 da una denuncia presentata da una donna presso l' ambasciata di Islamabad in Pakistan, che segnalava un traffico finalizzato al favoreggiamento all' immigrazione irregolare dietro pagamento di ingenti somme di denaro, nel quale erano coinvolti dei cittadini pakistani tra i quali il convivente della donna, due coniugi italo-pakistani oltre alcuni imprenditori agricoli residenti nella Marsica. Dall'indagine nei riguardi di Salvatore Sclocchi su tutte le istanze presentate e' risultato che lo stesso aveva richiesto l' autorizzazione all' ingresso di 92 extracomunitari, ottenendo il rilascio di 87 nullaosta a seguito dei quali erano stati concessi 81 visti, dei quali 47 non risultavano essere stati assunti o regolarizzati dallo Sclocchi. Particolare che ha indotto gli inquirenti ad utilizzare le intercettazioni telefoniche ed ambientali per il prosieguo delle indagini che hanno poi portato all' individuazione di altri indagati, altre strumentali richieste di ingresso di extracomunitari ed infine all' emissione delle ordinanze di custodia cautelare in carcere. 

 In particolare gli agenti della squadra mobile della questura dell'Aquila hanno eseguito undici misure cautelari in carcere disposte dal gip Marco Billi, su richiesta del pm della Dda del capoluogo, David Mancini, nei confronti di altrettanti indagati, 5 italiani datori di lavoro e titolari di aziende agricole, e 6 stranieri che facevano da intermediari con i loro connazionali. 

Le persone arrestate nell' ambito dell' operazione 'Fake Job' sono Daniela Cerasani 40 anni di San Benedetto dei Marsi; Emiliano D' Eleuterio 34 anni di Avezzano; Denis Cerasani (ai domiciliari) 40 anni di San Benedetto dei Marsi; Mia Md Kuoaz 61 anni del Bangladesh residente a Capistrello; Azad Miah di 55 anni sempre del Bangladesh anche lui residente a Capistrello; Hossain Delwar 44 anni del Bangladesh residente a Borgorose (Rieti); Mohammed Serbout 33 anni del Marocco residente a Torino; Salvatore Sclocchi 52 anni di Avezzano, residente a Pescina; Rashid Abdul 45 anni del Pakistan, residente a Pescina; Hameed Abdul di 36 anni del Pakistan residente a Pescina e infine Malik Muhammad 38 anni del Pakistan ma residente a Montecassiano (Macerata). Nell' ambito della stessa attivita' d' indagine sono stati denunciati in stato di liberta' altre quattro persone; un cittadino pakistano domiciliato a Corridonia (Macerata)' e tre cittadini rispettivamente di Avezzano, Celano e Velletri.

Nell' ambito dell' operazione 'Fake Job', illustrata stamane nel corso di una conferenza stampa dal dirigente della squadra mobile Maurilio Grasso e dal collega dell' ufficio volanti, Enrico Rendesi, sono stati individuati due distinti filoni di trafficanti che avevano come punti di riferimento due imprenditori agricoli compiacenti, Daniela Cerasani e Salvatore Sclocchi, attraverso i quali sono state inoltrate dagli immigrati, dietro pagamento di diverse migliaia di euro, le istanze di nullaosta dei presupposti previsti dalla legge. La prima componente e' risultata essere costituita da: Denis e Daniela Cerasani' Delvard, Mia, Serbout, Miah e D'Eleuterio.

La seconda da Sclocchi, Malik, Rashid, Hemeed e lo stesso D' Eleuterio. Quest' ultimo nella prima componente fungeva da intermediario tra i Cesarani e gli altri arrestati, nella seconda componente figurava quale addetto all' agenzia di servizi 'Gruppo Europa' con il compito di agevolare gli arrestati nell' espletamento delle pratiche. Le indagini hanno evidenziato come gli extrcomunitari non iniziavano a lavorare per i datori di lavoro e questo li ha portati ad emigrare nel nord Italia e nord Europa. Grasso ha evidenziato che se non fosse stata interrotta l' attivita' delittuosa l' organizzazione avrebbe guadagnato 800 mila euro circa per le 250 istanze presentate.

 

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