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Pubblicato il 10/11/2012 08:08

Processo Ciclone, scontro sull'orologio

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Il gioielliere: "L'ho venduto io". Il pm Varone: "Hanno agito per ingordigia"

 Cominciata nell'udienza odierna, a Pescara, la requisitoria del pubblico ministero Gennaro Varone nel processo 'Ciclone' - su presunte tangenti al Comune di Montesilvano - in cui e' imputato, tra gli altri, l'ex sindaco di Montesilvano Enzo Cantagallo.

Per Varone, a Montesilvano si e' assistito ad 'una completa destrutturazione del procedimento amministrativo per arricchimenti personali'; alcuni degli imputati 'hanno agito per ingordigia', ha detto. Quindi, Varone ha ripercorso la vicenda che, nel 2006, porto' agli arresti non solo del primo cittadino ma anche di assessori e imprenditori. Sottolineate le intercettazioni e, nel caso di Cantagallo, anche gli accertamenti bancari eseguiti. Nella requisitoria il pm si e' soffermato anche sui rapporti tra gli ex amministratori imputati e gli imprenditori annunciando che consegnera' una memoria scritta. Le conclusioni di Varone sono previste per il prossimo il 14 novembre.

Ad aprire la giornata è stata la testimonianza del comandante della polizia municipale di Montesilvano Antonella Marsiglia, moglie dell'ex dirigente della squadra mobile di Pescara Nicola Zupo, al centro, questa mattina, del processo "Ciclone" su presunte tangenti negli appalti pubblici al Comune di Montesilvano.

La testimone e' stata chiamata a riferire sulla vicenda legata a un orologio di marca Philipe Patek, che per l'accusa sarebbe frutto di una tangente mentre per la difesa sarebbe un regalo della Marsiglia all'ex sindaco Enzo Cantagallo. Il teste ha riferito al tribunale collegiale che in quel periodo aveva ricevuto un'eredita' cospicua e una buona notizia di carattere personale che l'avrebbe spinta a regalare un orologio al marito. La donna ha sostenuto di aver chiesto consiglio a Cantagallo sulla marca in quanto l'ex sindaco era esperto in materia. Cantagallo l 'avrebbe indirizzata a Lamberto Di Pentima, che dopo aver ricevuto i soldi prelevati dalla donna da un conto corrente di una banca che ha sede a Cerlusco sul Naviglio, l'ha acquistato tramite un commerciante di orologi di Pescara. La Marsiglia poi ha detto che quando ha visto l'orologio, che ha pagato 11 mila euro, ha pensato che fosse "una patacca" perche' non aveva ne' certificato ne' fattura a suo nome e che quindi l'ha lasciato senza chiedere i soldi indietro a Di Pentima in quanto non voleva responsabilizzarlo di un suo acquisto. Relativamente al certificato di garanzia mostrato oggi in aula il comandante della polizia municipale di Montesilvano ha detto di non riconoscerlo. Inoltre la data del certificato di garanzia e' dell'11 marzo 2005, mentre il prelievo per pagare l'orologio e' stato effettuato il 17 marzo.

In mattinata ha testimoniato anche Antonio Angelucci, il commerciante che ha venduto l'orologio a Di Pentima. Il teste contrariamente a quanto dichiarato alla polizia nel 2007 ha detto di aver venduto il Patek a Di Pentima e di esserselo ricordato solo oggi alla vista in aula dell"orologio e del certificato di garanzia.

 

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