Stretta tra tagli e riorganizzazione, la sanita' italiana ricorrentemente vede ridursi posti letto ospedalieri e ospedali. Un obiettivo raggiunto che ci vede in Europa ai livelli piu' bassi, insieme a Portogallo, Spagna, Regno Unito, Irlanda, Svezia. E' quanto emerge dal rapporto Istat 'Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo'. Per il 2014 e' stata pianificata una riduzione del finanziamento del Ssn di 1 miliardo di euro, e del numero dei posti letto ospedalieri a 3,7 posti letto ogni mille abitanti. Per quanto riguarda l'offerta di posti letto ospedalieri a livello europeo, nel 2010 l'Italia (3,5 posti ogni mille abitanti) si e' posta sotto la media europea di 5,5 posti letto per mille abitanti, al pari della Danimarca e subito dopo Cipro. A livello regionale, tra il 2002 e il 2010, l'offerta di posti letto ospedalieri utilizzati si e' allineata alla media nazionale, passando da 4,3 a 3,5 posti letto per mille abitanti, con vistose differenze che vanno dai 2,9 posti letto della Campania ai 4,3 del Molise. Anche il numero di strutture ospedaliere ha continuato a diminuire nella maggior parte delle regioni, passando da 1.286 nel 2002 a 1.165 strutture nel 2010. La mobilita' ospedaliera interregionale continua a rimanere consistente. Le regioni sono interessate da circa 588mila ricoveri ospedalieri di pazienti non residenti (8,4% dei ricoveri ordinari per acuti nel 2011) e da 523mila ricoveri effettuati dai pazienti in una regione diversa da quella di residenza. Ci si ricovera lontano da casa perche' le strutture di altre regioni sono geograficamente vicine, per motivi di studio, lavoro, per usufruire di prestazioni di alta specializzazione non erogate dalla propria regione o maggiore fiducia nei servizi di altre regioni. I principali poli di attrazione sono al Centro-Nord. Le regioni con un flusso di emigrazione consistente rispetto ai ricoveri dei propri residenti sono Calabria (17,2), Abruzzo (16,5) e provincia autonoma di Trento (15,5).
Le serie storiche
Guardando alle serie storiche si nota come l'Abruzzo da un lato abbia incrementato notevolmente l'emigrazione ospedaliera, dall'altro sia riuscito anche a incrementare l'attrattività delle sue strutture.
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