«L’UPI Abruzzo respinge qualsiasi ipotesi di azzeramento delle Province». Lo affermano i Presidenti delle Province abruzzesi Valter Catarra, Antonio Del Corvo, Enrico Di Giuseppantonio, Guerino Testa. «Il rischio più grande è che il Consiglio Regionale in Abruzzo il prossimo 23 ottobre approvi e invii al Governo una proposta ponziopilatesca, come quella delle zero Province, dei sette non meglio precisati Ambiti territoriali, proposte che non c’entrano nulla con la legge sulla spending review, o quella estemporanea della Provincia unica, che andranno a discapito dell’intera regione, creando più disastri delle tante divisioni e fazioni che già imperversano su questo terreno», aggiungono i 4 Presidenti.
«Il Consiglio Regionale sia coerente con le sue scelte, si riprenda le funzioni regionali delegate alle Province e ci lasci quale unico interlocutore con lo Stato, in merito alle funzioni delegate stabilite dallo stesso, con l’art. 17 della spending review: ambiente, urbanistica, trasporti pubblici e privati ed edilizia scolastica. Oltretutto non possiamo più accettare di essere travolti dalla confusione che a tutti i livelli viene generata ogni giorno su quello che potrebbe essere il futuro assetto dell’Abruzzo nell’ambito del processo di riordino voluto dal Governo. A decidere del futuro delle Province – proseguono i Presidenti Valter Catarra, Antonio Del Corvo, Enrico Di Giuseppantonio, Guerino Testa - rischiano di essere coloro che hanno tagliato risorse alle Province in settori vitali come il Sociale e la Viabilità; che hanno scaricato sulle Province funzioni gravose, vedi le nuove competenze del Genio Civile in materia sismica, senza trasferire risorse né umane né finanziarie; che non hanno ancora attuato la riforma dell’ATO dei rifiuti o che, come nel caso della riforma del Ciclo idrico integrato, hanno scaricato una serie di oneri sulle Province come le assemblee con tutti i Comuni. Tutto ciò rende inaccettabile la veste di capro espiatorio cucita addosso alle province con il rischio che, il prossimo 23 ottobre, si arrivi da parte del Consiglio regionale ad una “non decisione” che rinvierebbe tutto al Governo. Siamo alle fine del mandato e andremo via ma non ci stiamo a vederci attribuire la parte di Enti inutili di questa Regione».
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