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Pubblicato il 12/07/2013 18:06

Terremoto, scagionato Cialente su gestione rischio sismico

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Il Gip del Tribunale dell'Aquila, Giuseppe Romano Gargarella, ha archiviato anche la posizione di alcune parti civili

 Il Gip del Tribunale dell'Aquila, Giuseppe Romano Gargarella, ha archiviato il procedimento penale nei confronti del sindaco Massimo Cialente sulla gestione della prevenzione del rischio sismico nel periodo a ridosso della scossa del 6 aprile 2009. Secondo quanto risulta all'Agi, il magistrato ha sciolto la riserva stamane dopo nove giorni e un'udienza di quasi due ore che, aveva visto in aula anche il primo cittadino. Il pm Fabio Picuti, il magistrato che ha seguito il filone dei crolli degli edifici e l inchiesta a carico dei sette componenti della commissione Grandi Rischi, aveva chiesto di archiviare il caso dopo avere formulato l ipotesi di reato di omissione di atti d ufficio a carico del primo cittadino. Le parti offese, tramite l avvocato Fabio Alessandroni, avevano pero' fatto opposizione e il gip Gargarella aveva convocato le parti. Lo scorso anno, l'associazione "309 martiri del terremoto", tramite il consigliere comunale Vincenzo Vittorini, decise di inoltrare alla magistratura un esposto con il quale si chiedeva di fare luce sulla correttezza della macchina comunale in particolare sulla prevenzione del rischio sismico, anche in relazione all'attuazione del piano di Protezione civile. Di fronte alla richiesta di archiviazione, l associazione e i cittadini Massimo Cinque, Pier Paolo Visione, oltre allo stesso Vittorini, hanno presentato formalmente attraverso il legale Alessandroni la formale opposizione. Un documento di 16 pagine in cui si parla di "violati obblighi di informazione durante lo sciame sismico" e si chiede di "procedere con la formulazione dell imputazione per cooperazione colposa in omicidio plurimo e lesioni". Le motivazioni della decisione del giudice non sono ancora note.

"Sono soddisfatto di questa sentenza, meditata e saggia". Lo ha detto l'avvocato aquilano, Carlo Benedetti, legale di fiducia del sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, commentando la decisione del Gip del Tribunale dell'Aquila, Giuseppe Romano Gargarella, di archiviare il procedimento penale nei confronti del primo cittadino dell'Aquila sulla gestione della prevenzione del rischio sismico nel periodo a ridosso della scossa del 6 aprile 2009. "In un altro processo, in un'altra vita, in un'altra citta' - ha proseguito l'avvocato Benedetti - nei confronti di altre persone, ora mi sarei posto il problema di tutelare piu' efficacemente la figura e il ruolo dell'indagato Massimo Cialente che esce profondamente ferito da questa vicenda". 

Il giudice per le indagini preliminari del tribunale dell'Aquila, Giuseppe Romano Gargarella ha archiviato anche la posizione di alcune parti civili che avevano chiesto di entrare nel processo nel quale e' coinvolta la commissione Grandi Rischi i cui componenti sono stati gia' condannati a sei anni di reclusione nel filone principale di indagine. Secondo quanto risulta all'Agi, il Gip ha depositato stamane la propria decisione, dopo essersi riservato a seguito dell'udienza che si era tenuta lunedi' 8 luglio data nella quale in aula c'erano Marcello Melandri, avvocato di Enzo Boschi (all epoca presidente dell Ingv), Alessandra Stefano, che difende gli interessi di Gian Michele Calvi (Eucentre) e Francesco Petrelli, legale di Franco Barberi ex presidente vicario della commissione. Intanto c'e' attesa per la fissazione dell'incidente probatorio che riportera' in aula tutti e sette i componenti della commissione che si riuni' all Aquila il 31 marzo 2009, a una settimana dal tragico sisma. Il filone dell'inchiesta e' quello che vede l'ex numero "uno" del Dipartimento di protezione civile, Guido Bertolaso, indagato per omicidio colposo e lesioni colpose nell'ambito delle indagini sulla riunione della stessa CDommissione Grandi Rischi. In primo grado oltre a Calvi, Barberi e Boschi, sono stati condannati Giulio Selvaggi (direttore centro nazionale terremoti), Claudio Eva (ordinario di Fisica a Genova), Mauro Dolce e Bernardo De Bernardinis della Protezione civile nazionale. 

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