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Pubblicato il 29/03/2014 14:02

“Quando gli altri vanno via”, Simone Cerio in mostra all’Appartamento Lago

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E' un incontro particolare quello che apre le porte dell'Appartamento Lago pescarese della giovane Sabrina Zimei. Dal 21 marzo al 6 aprile, in corso Vittorio Emanuele II, n. 10, è possibile visitare "When the others go away", un progetto del fotografo Simone Cerio. In collaborazione con Emergency e con l'agenzia di fotogiornalismo Parallelozero a Milano, il trentenne abruzzese ha voluto raccontare la storia di Davide Luppi, il primo specializzando in chirurgia generale ad andare in un ospedale di guerra per completare i suoi studi. L'attenzione si sposta dalla vita di Davide a Modena, alle nuove esperienze a Kabul. E se il 2014 segnerà il ritiro definitivo delle truppe americane dall'Afghanistan dopo 12 anni di guerra, nel frattempo c'è chi sceglie di raggiungere quel paese martoriato.

 

 

Tra scatti in bianco e nero, interviste e video, Simone riesce a scandagliare gli aspetti umani che spingono Davide a partire. Le emozioni e l'angoscia della madre del giovane specializzando si contrappongono al cinismo e al distacco di Luca Radaelli, coordinatore medico dell'ospedale a Kabul. Perché se la guerra non è quella degli action movie americani, ma solo distruzione mista a sangue e povertà, a terrore e buio, l'unico metodo per sopravvivere nell'inferno è imparare a fermare il respiro e abituarsi alle esperienze più amare. E forse provare a ricostruire ciò che altri hanno distrutto.

 

"Non tutti sono in grado di approcciarsi ad una scelta del genere perché io credo che si tratti di una vocazione, di una cosa che uno si sente dentro" afferma Davide. Simone lo accompagna nelle ultime ore in Italia per poi raggiungerlo in Afghanistan. A quindici giorni dalla partenza, lo sguardo del giovane medico si fa cupo, come se l'entusiasmo iniziale fosse svanito, e le aspettative sulle capacità di gestire situazioni di emergenza fossero troppo grandi, inghiottite da una realtà inimmaginabile.

 

Non c'è guerra negli scatti di Simone Cerio, non c'è il rosso del sangue, ma solo dettagli di una vita diversa. Il racconto fotografico riesce a parlare più di mille parole, e il silenzio di una realtà così distante diventa quasi assordante.

 

 

di Giulia Grilli

 

 

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