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Pubblicato il 07/01/2013 16:04

232 Made in Art, quando l’arte è di moda

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di Giulia Grilli

Perdersi per le strade di Chieti ha un senso quando la destinazione finale è un'azienda di moda che sembra una galleria d'arte. Le pareti della Made in Art S.r.l si colorano delle tinte sgargianti dei quadri di Pep Marchegiani e delle stampe dei prototipi di capi di abbigliamento raffiguranti le opere dell'artista. E' qui che nasce un progetto ambizioso e innovativo, è qui che l'arte e la moda diventano un tutt'uno.

La collezione, nata dall'unione delle idee di Pep Marchegiani e Lucrezia Nepa, Amministratore delegato della Made in Art, verrà presentata al Pitti che si terrà a Firenze dall'otto all'undici gennaio 2013. Il brand è 232 Made in Art. La produzione dei capi è interamente Made in Italy, e per quanto possibile ristretta al territorio abruzzese. T-shirt, jeans, camicie per uomo e bambino diventeranno portatori del messaggio polemico del controverso Marchegiani, uno dei maggiori rappresentanti della pop art internazionale.

La distribuzione dei prodotti punta all'intero territorio italiano, ma l'azienda chietina si è già mossa all'estero per essere presente nel mercato francese e inglese. I prossimi target saranno Egitto e Arabia.

 

Perché la Made in Art ha deciso di puntare su questo progetto?

(Lucrezia Nepa) Il nostro progetto è sicuramente un elemento di rottura, perché questa è la prima volta che si respira arte nella moda. In tanti hanno provato a materializzare quest'idea, ma scaricare immagini da Internet e trasferirle su capi d'abbigliamento vuol dire solo mancare di rispetto all'artista. La collaborazione con Pep Marchegiani è straordinaria e si basa sulla professionalità. L'essenza vera e propria del progetto nasce dell'entusiasmo con cui si inizia a creare qualcosa di nuovo per il mercato. I messaggi delle opere di Pep sono molto forti e incisivi, lasciano poco spazio all'immaginazione. Chi sceglierà di indossare un indumento raffigurante messaggi di critica e denuncia propri dell'artista, contribuirà a diffondere un pensiero. Io credo che questa sia un'idea innovativa e forte che si avvale di uno staff davvero importante.

 

Perché una collaborazione proprio con Pep Marchegiani?

(Lucrezia Nepa) Io sono un po' come Pep, quindi mi ritrovo nelle sue note critiche. Sono una persona che ama sempre essere molto chiara e diretta, e trovare un altro individuo che abbia le tue stesse caratteristiche è raro. Prima di arrivare ad un discorso professionale sicuramente abbiamo capito di avere dei punti in comune fondamentali. Quando parti con questo presupposto, sei consapevole di avere una forza intrinseca maggiore rispetto all' avere un semplice consulente esterno. Noi abbiamo degli aspetti che mi permetto di definire vincenti. La squadra dev'essere viva e parlare la stessa lingua. I grandi risultati non derivano da una persona sola, ma da un team che lavora per ottenerli. Nel nostro caso si può parlare di un'ottima squadra.

 

Che risposta vi aspettate dal mercato dopo la presentazione al Pitti?

(Lucrezia Nepa) Io mi aspetto una risposta forte, non lo nego. Come tutte le cose innovative, questo progetto farà parlare e, nel bene o nel male, l'importante è che se ne parli. Ovviamente, spero che i giudizi siano positivi. Proporci al Pitti presentando tre filoni tra cui Fuckshion System, che racchiude un messaggio di critica contro la crisi che ha colpito il mondo della moda, non ci farà passare inosservati.

 

Con il brand 232 Made in Art è l'arte che sposa la moda o viceversa?

(Lucrezia Nepa) Io credo che i matrimoni si facciano in due. Per la prima volta l'arte può diventare di tutti, ed è importante farla conoscere. Bisogna far capire alle persone che l'arte non deve rimanere chiusa solo tra le pareti di una galleria, che è la manifestazione di un pensiero, e avere la libertà di esprimere le proprie idee non è da tutti. Pep con le sue opere è espressione di libertà.

 

Pep, quali sono le tematiche che presenti con questa collezione?

(Pep Marchegiani) La collezione segue tre temi: Art Magique, Fuckshion System e Trip In. Le prime due sono tematiche sociali, mentre l'ultima è un viaggio attraverso il mondo. Ovviamente Fuckshion System avrà un significato in più al Pitti, perché le opere riportate sui capi sono una critica alla mancanza di idee del mondo della moda. Le aziende non possono più parlare di Made in Italy quando l'intera produzione è svolta nei paesi arabi, ad esempio. Credo di essere un po' stanco di vedere sempre il solito nero da Armani e il classico rosso da Valentino. Sarebbe bello se Armani facesse abiti rossi e Valentino si dedicasse al blue o al fucsia. Come credo che gli utenti finali siano stanchi di pagare 150 Euro per una T-shirt con su una semplice pennellata solo perché firmata da un particolare stilista.

 

Non hai paura che il progetto venga criticato perché in questo modo stai commercializzando l'arte?

(Pep Marchegiani) Ma questa è commercializzazione della mia arte, assolutamente. Deve finire il finto mito che gli artisti debbano morire di fame perché un gallerista non riesce a vendere le sue opere. L'arte è commercio. La pop art, per sua natura, deve essere del popolo, e ciò può accadere solo attraverso questo canale. L'arte non può appartenere unicamente a chi ha un conto in banca superiore ai 100.000 Euro. Io voglio che diventi democratica, che possa essere nelle mani di tutti. Inoltre, questo è un progetto che può farci uscire dalla crisi in cui riversano i galleristi italiani. E' necessario far capire che l'artista è una persona che produce un marchio e se le immagini non vengono trasformate in un prodotto dall'industria, non c'è profitto. Il nostro team è un'anomalia perché cerca di liberare l'arte dal bunker in cui è rimasta chiusa per anni.

 

(Foto di Fabrizio Liguori)

© Riproduzione riservata

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