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Pubblicato il 31/01/2014 11:11

Bocconotteria di Castel Frentano, ritorno alle origini

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di Giulia Grilli

Lungimiranza, materie prime di alta qualità, principalmente locali, e tradizione. Sono questi gli ingredienti segreti della produzione dolciaria della Bocconotteria di Castel Frentano, con tre negozi a Lanciano, Avezzano e Pescara, e prossime aperture a Sulmona entro il 2014 e a Roma nel 2015.

 

La ricetta è quella tramandata dalla bisnonna di Andrea Montebello che, con il cugino Carmine Tenaglia, ha messo su un'azienda artigianale nel paese di origine, in terra frentana. "Siamo tutti castellini" spiega Fabio Silveri, responsabile del punto vendita di Pescara, inaugurato lo scorso 20 dicembre. "E' nato tutto un po' per gioco, circa tre anni fa. Io mi sono aggiunto in un secondo momento, dopo essere tornato a casa, abbandonando la musica e la mia vita da vagabondo senza patria". Fabio era un fagottista e girava il mondo con il suo lavoro, tra Shanghai, Bangkok e Hong Kong. "Con questo progetto non abbiamo fatto altro che andare indietro nel tempo, e immetterci nel mercato con un prodotto buono e sempre fresco. Ogni mattina parto da Castel Frentano con il furgoncino carico di bocconotti e arrivo a Pescara per allestire, promuovere e vendere".

 

Il nonno di Andrea lavorava l'alluminio, e aveva ritrovato il vecchio stampo del bocconotto risalente al 1870. Arrotondando la sagoma, ma preservandone le dimensioni, il piccolo dolce ha così preso forma. Farina, uova, cioccolato, mandorle, cannella, olio extra vergine di oliva per "84 grammi di felicità", come dice Fabio. Otto, dieci donne in cucina, divise in turni, tutte con un'età media di cinquant'anni, lavorano, ammassano, e preparano secondo i segreti tramandati nel tempo, quel piccolo capolavoro che riempie il palato di sapori genuini. Niente burro, niente margarina, nessun processo industriale, a Castel Frentano la tradizione è ancora viva.

 

 

"Quando eravamo ragazzi uscivamo il pomeriggio per prendere un caffè al bar, e ci mettevamo a chiacchierare sulle gradinate del paese. Le persone si fermavano con la macchina per chiederci dove potessero acquistare i bocconotti. Le piccole botteghe che li vendevano erano tutte più o meno simili: nessuna insegna riconoscibile, serrande mezze abbassate, luci basse e qualche sorriso mancato" racconta Fabio. Da qui nasce l'idea di rispondere alla domanda dei clienti curiosi proponendo un prodotto di qualità, in locali caratterizzati da un brand accattivante e da interni moderni ed ecosostenibili. Tutto l'arredamento dei punti vendita della Bocconotteria di Castel Frentano, infatti, è caratterizzato da colori caldi e naturali, sulle tinte della cannella, delle mandorle e del cacao, quasi come se ci si tuffasse tra gli ingredienti del piccolo dolce. E' il cartone pressato che, con la sua delicatezza e leggerezza, crea atmosfere soft e accoglienti.

 

 

"Facendo una media, ogni giorno porto 700 bocconotti" spiega Fabio, "e ne vendo circa 500. Dobbiamo tenere conto del fatto che abbiamo aperto qui a Pescara nel periodo di Natale, e che gennaio e febbraio sono mesi contenitivi in cui i clienti si rinchiudono in casa dopo gli esuberi delle festività passate. Per ora stiamo comunque lavorando bene, ma sono sicuro che riusciremo ad aumentare i ricavi nel giro di un anno!".

 

 

Fabio continua raccontando la storia del bocconotto castellino, dall'iniziale utilizzo del sanguinaccio per il ripieno, all'arrivo del cacao a metà del 1800 che ha dato vita al dolce che oggi tutti conosciamo. Ma il prezzo? 1,50 Euro a unità potrebbe sembrare troppo, eppure pochi sono stati i clienti che si sono lamentati. "La qualità viene riconosciuta, ma diciamo la verità: il bocconotto si vende da solo! Io dico sempre che il mio titolare è lui e non l'azienda, perché solo lui è protagonista assoluto e indiscusso. E' buono, e io credo in questo prodotto che mi rappresenta perché vendendolo promuovo il mio territorio a tutti gli effetti. Racconto del paesino sulla collina frentana, ai piedi delle montagne, che in giugno, quando il grano verdeggia, si riempie di poesia. Con la gastronomia dolciaria riesco a parlare delle mie origini riscoperte, stimolando il pubblico a visitare un luogo pieno di fascino e di semplicità".

 

E l'offerta della bocconotteria? Si articola in cinque gusti per tutti i palati e per rispondere alle richieste dei più esigenti. Si parte dal classico, con ripieno di cioccolato, mandorle tostate e cannella, spolverato di zucchero a velo bianco, compatto e lucente. Crema di limone e mandrole: nel cestino di pasta frolla fragrante e morbido, una crema di limone mai acidula si mescola in equilibrio con un coperchio di mandorle tritate che mantengono la croccantezza della granella ad ogni morso. Cioccolato e mandorla, per una rivisitazione del classico in quanto a ingredienti, con una divisione drastica dei due componenti. Più delicato, meno prepotente, ma sempre perfetto. Si passa poi ai bocconotti da frigorifero: da crema pasticcera e cannella, con un odore inebriante di spezia ambrata e ripieno vellutato che ricorda la ricetta della nonna, al crema e cioccolato per una variante golosa e frizzante. Ovviamente è possibile trovare anche la torta.

 

 

Ma cosa vuol dire il nome bocconotto? "Deriva da boccone! Se ci pensi, questo dolce può essere mangiato con un paio di morsi" risponde sorridendo Fabio "ma mi raccomando, niente confusione con quello teramano che all'interno ha la marmellata di uva e cacao, o a quello molisano o pugliese. Il bocconotto di Castel Frentano continene cioccolato e mandorle!".

 

Che sia accompagnato da un caffè, da un passito o da un rum, il bocconotto castellino continua a far parlare di sé da più di due secoli. Dalle tavole dei nobili dell'ottocento è giunto fino ad oggi, perché nell'era della globalizzazione, il segreto, per alcuni, è riscoprire le origini e le eccellenze della propria terra natale, l'Abruzzo.

 

 

 

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