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Pubblicato il 20/02/2015 10:10

Come fare pace con la raccolta differenziata

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di Giulia Grilli

Che sia una pena quotidiana o una sana abitudine da ecologisti, la raccolta differenziata è diventata un obbligo e un dovere per qualsiasi cittadino. Lo smaltimento dei rifiuti è una questione assai complessa nel nostro paese, ma al di là delle varie problematiche che affliggono la bella Italia, l'importanza di conservare il nostro habitat viene troppo spesso dimenticata.

 

Replicare l'ecosistema del pianeta sembra ancora un traguardo lontano. Se pensiamo che sulla Terra tutto ciò che termina il proprio ciclo di vita naturale viene assorbito dall'ambiente e rimesso in circolo, possiamo renderci conto di quanto la nostra frenesia consumistica abbia alterato questo essenziale equilibrio. Continuare ad accumulare rifiuti non è più ammissibile, ed è per questo che è diventato così importante considerarli una risorsa. Da qui nascono le raccolte differenziate e le idee di riciclo.

 

Ma davanti a tutto ciò che buttiamo via ogni giorno, quante volte ci saremo chiesti in-quale-contenitore-andasse-cosa con una terribile ansia di sbagliare o una superficiale indifferenza. Gli errori commessi quotidianamente sono tanti, troppi. Forse colpa della cattiva informazione, di una gestione caotica, o forse di una mancata sensibilizzazione del cittadino da parte delle amministrazioni comunali.

 

 

Mauro Forte, architetto pescarese, si occupa dal 2003 di comunicazione in materia di raccolta differenziata. Dai primi lavori nel nord Italia a quelli nella nostra regione, ha costruito una grande esperienza avendo potuto constatare anche i diversi approcci gestionali e i relativi risultati ottenuti nei territori nazionali. "Il mondo della raccolta differenziata non è mai visto troppo positivamente dai cittadini che sottovalutano l'importanza ambientale e le prospettive di sviluppo economico che ne derivano" afferma Mauro.

 

"Il principio generale per fare bene una raccolta di rifiuti è quello di rivolgersi al proprio Comune o all'azienda che svolge attività di igiene urbana. Normalmente sui siti internet è possibile trovare ogni informazione e sciogliere molti dubbi".

 

Un modo per far luce sulla divisione degli scarti è quello di ragionare sul concetto di "imballaggio". Ciò che possiamo inserire all'interno dei bidoni di raccolta differenziata, come in quelli per il vetro, plastica e lattine, (cosiddetti "multimateriali"), deve aver svolto proprio questo utilizzo. L'imballaggio, secondo la normativa italiana, è il prodotto, composto da qualsiasi natura, adibito a contenere o proteggere determinate merci, dalle materie prime ai prodotti finiti, a consentire la loro manipolazione e la loro consegna dal produttore al consumatore o all'utilizzatore, e ad assicurare la loro presentazione.

 

 

Detto ciò, diventa più semplice comprendere che una bottiglia di vetro o un flacone di plastica faranno parte della raccolta differenziata, mentre una lampadina o un gioco del bambino no. Così come bisogna evitare di buttare nei bidoni per la raccolta del vetro i bicchieri di cristallo, le pirofile, la ceramica e gli specchi. Come in tutti i casi, è necessario considerare le eccezioni: giornali, fogli di carta, piatti e bicchieri di plastica, pur non essendo "imballaggi" rientrano negli oggetti riciclabili delle opportune categorie.

 

Altro grande interrogativo nasce attorno al concetto di umido. "Questa sezione comprende tutti gli scarti organici" spiega Mauro. "Se hai pulito l'insalata, potrai buttare nel bidone dell'umido tutto ciò che avanza dalla lattuga o dal radicchio, ad esempio, sia in fase di preparazione che dopo il condimento e il pasto. L'utilità sta nella trasformazione di questi rifiuti nel compost, un fertilizzante. Ed è importante ricordare che l'incidenza dell'umido sugli scarti totali è del 30%, quindi elevata".

 

Potremo perciò buttare negli appositi sacchetti rifiuti detti "compostabili" (e non solo biodegradabili), scarti di frutta e verdura, di carne e pesce, avanzi di cibo, riso, pane, pasta, biscotti, alimenti avariati senza confezioni, tovaglioli di carta usati o imbrattati di alimenti, semi, fiori, foglie, filtri di caffè, tè, camomilla.

 

 

Grande attenzione per i rifiuti speciali come i medicinali, le lampadine a basso consumo energetico, quelli infiammabili e tossici o i raee (apparecchiature elettriche ed elettroniche). "Un servizio che a Pescara viene poco utilizzato, ma che è bene che ne si conosca l'esistenza, è quello per i rifiuti ingombranti" spiega Mauro. "Basta una telefonata al numero verde e un appuntamento gratuito per il ritiro, invece di andare a nascondere un vecchio divano nei campi abbandonati in campagna. In alternativa, per qualsiasi rifiuto speciale potete recarvi alla Riciclerai, zona cementificio, un'oasi ecologica a servizio del cittadino".

 

Mauro, ma qual è l'errore più comune in termini di raccolta differenziata? "Sicuramente l'indifferenza", conclude l'architetto, "mentre nella pratica potrei citare lo smaltimento dell'olio. Non buttatelo mai nel lavandino dopo la frittura, perché intasa i depuratori. In città potrete trovare alcuni bidoni appositi per la raccolta di questo scarto".

 

 

 

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