La consapevolezza di mangiare sano è un dovere nei confronti di noi stessi che si materializza nelle scelte compiute nel fare la spesa o nel sedersi a un ristorante piuttosto che un altro. D'altro canto, la responsabilità dei ristoratori sta proprio nel prendersi cura dei loro commensali, offrendo cibo sano e di prima scelta.
Lontano dalle "mense" senz'anima, dove l'economia e i numeri sono l'unico fattore di interesse, c'è chi vive piccole realtà con passione e dedizione, cercando di valorizzare il territorio di appartenenza e i produttori di materie prime più genuine. E' il caso di Francesco Angelini, accompagnato da sua moglie Anita, nella cucina di Palomba Country Resort a Collecorvino.
Cresciuto tra i fornelli del Poggio del Sole di Pianella, Francesco ha iniziato a lavorare nel ristorante di famiglia nel '94, dopo essersi diplomato. "Non ho mai potuto fare esperienze al di fuori, perché eravamo tutti concentrati nell'attività" racconta lo chef. "Mia madre era legata alla cucina casereccia di trent'anni fa, pasta e fagioli e trippa, per intenderci. E alla fine ho voluto evolvermi, staccarmi dai miei genitori e volare da solo".
Così nell'aprile 2011, Francesco e Anita si spostano nel piccolo casolare di mattoni con interni in legno, e iniziano la loro personalissima ricerca gastronomica, lontano dai diktat familiari. Iniziano a costruire una rete di conoscenze tra contadini e piccoli produttori locali, al fine di rimanere il più possibile ancorati al territorio per esprimerne i sapori nei piatti.
"Limitarci al chilometro zero sarebbe riduttivo" spiega Anita, "direi che la nostra filosofia si basa sui prodotti stagionali e sulla loro reperibilità". Questa esplosiva donna dagli occhi azzurri, originaria della Polonia, è stata travolta dalla passione per il cibo dopo aver conosciuto Francesco con cui è sposata da diciannove anni.
Lei è l'anima delle confetture che accompagnano i formaggi di mucca di Collecorvino, la provola aquilana, i semistagionati di pecora di Vicoli o il pecorino "di Antonietta", il più persistente che si sposa bene con la composta di cipolle.
Ma tutta la sua pazienza si riversa nella preparazione delle verdure sott'aceto e sott'olio, come i lampascioni, piccoli, croccanti e amari, i cetrioli in agrodolce, dalle note piccanti, le tolle dell'aglio, golose e saporite, i carciofi con peperone dolce croccante e gli asparagi che, abbandonate le note più dolciastre a cui siamo abituati, svelano un amaro inaspettato.
Francesco, invece, sprigiona tutto il suo amore nella panificazione, sfornando pagnotte di grano senatore cappelli di Moscufo, dalla mollica umida, impreziosita di semi di papavero, girasole e sesamo, e dalla crosta sottile ma croccante. L'aroma è intenso e persistente, e la leggerezza di ogni fetta nasconde una lunga ricerca effettuata dallo chef.
"Il pane mi affascina" spiega Francesco, "sono sempre stato attratto dai profumi e dalla lievitazione. Quindici anni fa un mio amico mi regalò del lievito madre che porto avanti da allora, preservandolo e rigenerandolo sempre con la stessa farina per non alterarne le caratteristiche. Dopo tanti anni di studio e di prove, oggi sono soddisfatto del mio prodotto".
Anche la pasta è fatta a mano dallo chef, come la chitarra di saragolla con zucchine, zafferano e ricotta salata, o gli gnocchi dalla tipica forma casereccia. Ma è nell'accoglienza e nella convivialità che questa coppia affiatata sprigiona l'essenza della propria visione di ristorazione. "Ci piace avere un rapporto umano con i clienti, spiegare loro il nostro impegno, raccontare e ascoltare storie, e l'inverno ci si ritrova spesso davanti al camino a chiacchierare" racconta Anita.
"La nostra è una cucina semplice, tradizionale e genuina" conclude Francesco " e il mio obiettivo non è quello di creare un'esperienza culinaria, come quelle che si fanno nei ristoranti stellati. Io voglio nutrire le persone quotidianamente".
E per finire un pranzo o una cena al Palomba Country Resort? Ci pensa Anita, con la sua collezione di bottiglie di Vodka dalla Polonia. Sublime quella alla nocciola, anche se confessa "abbiamo il Limoncello, e ovviamente lo facciamo noi!".
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