Non è più necessario frequentare corsi di cucina, né seguire alla lettera le istruzioni di ricette troppo complicate. Si potrebbe dire addio anche ai consigli di Benedetta Parodi per organizzare una cena con amici in cinque minuti, perché con KiFood gli chef si trasferiscono direttamente a casa del cliente. Fabrizio Sacco e Nicola Dragani, che Notizie D'Abruzzo aveva già intervistato per la sua partecipazione al programma televisivo Masterchef (http://www.notiziedabruzzo.it/intervista/nicola-dragani-stupisce-a-masterchef.html#.UTm1fjeU_bU), stanno dando vita a nuove forme di ristorazione. Chef a domicilio, catering, banqueting ed eventi aziendali, qualsiasi sia l'occasione, la professionalità in cucina cambia scenario.
Il primo contatto di Fabrizio con il mondo della ristorazione risale al 2000, quando si ritrova ad essere proprietario di un ristorante a Pescara Vecchia, il Kitchen. Ancora studente di ingegneria a Bologna, inizia a comprendere la sua innata passione per il cibo e l'ospitalità. Insieme ad altri amici e soci, nel 2005 acquisisce il lido L'Oasi di Morgan a Silvi, e nel 2007 apre il Caffè delle Merci a Pescara. Intanto Nicola, abbandonato il percorso nel mondo della musica house-garage, si ritrova a lavorare nelle cucine del suo amico Fabrizio come lavapiatti. Osservando una dimensione a lui sconosciuta, scopre anch'egli la passione per il cibo iniziando a cimentarsi con le sue prime creazioni culinarie. Al termine della partecipazione a Masterchef, Nicola decide di inserirsi nel progetto che Fabrizio aveva delineato qualche anno prima, KiFood.
Con questo brand alimentare, i due amici propongono una qualità artigianale, una cucina legata al territorio, alla regionalità, alle tecniche classiche, ma anche alle nuove tendenze culinarie. Evoluzione e ricerca mescolate alla tradizione, al fine di creare la perfetta armonia di colori, odori e sapori. L'offerta di KiFood si rivolge a chiunque voglia abbandonare lo schema classico della ristorazione per assaporare il piacere del buon cibo anche a casa propria.
Perché avete deciso di orientarvi verso formule come il catering, banqueting e chef a domicilio?
(Fabrizio) Tra il Caffè delle Merci e l'Oasi di Morgan direi che di locali ne abbiamo, per cui ci siamo orientati verso formule diverse per cambiare scenario, clienti e situazioni. La routine in questo modo si interrompe a favore di nuovi stimoli che lo stesso luogo di lavoro non può offrire. Personalmente, la sfida che mi appassiona di più è quella di far stare tutti bene, dal bambino al signore più anziano, e il catering, come il servizio di chef a domicilio, sono ottimi strumenti per raggiungere questo obiettivo.
Nicola, tu perché hai deciso di entrare a far parte di KiFood?
(Nicola) Il progetto mi sembra molto stimolante. Io e Fabrizio abbiamo una grande affinità lavorativa e riusciamo a produrre in maniera ottimale perché la pensiamo allo stesso modo. Sono otto anni che frequentiamo le stesse cucine e dopo Masterchef avevo bisogno di materializzare davvero le mie capacità. KiFood non richiede investimenti importanti e ha già una piattaforma pronta, per cui abbiamo deciso di far ripartire il progetto che Fabrizio aveva ideato e materializzato anni fa.
La vostra collaborazione dipende dall'amicizia che vi lega da anni, o dalla partecipazione di Nicola a Masterchef, e quindi dalla sua visibilità?
(Fabrizio) Penso che le motivazioni siano valide entrambe. Io lavoro con Nicola da molti anni, e credo che l'equilibrio costruito nel tempo e il divertimento nel condividere questa passione siano elementi importanti per il raggiungimento di un buon risultato. La sua visibilità in seguito alla partecipazione a Masterchef, ovviamente, ci permette di andare un po' più velocemente.
Per quanto riguarda il futuro, avete in cantiere l'idea di aprire un vostro locale orientato all'alta cucina?
(Fabrizio) Ci abbiamo pensato, e siamo andati anche oltre affrontando da vicino questa possibilità. Da un punto di vista lavorativo mi piacerebbe fare un passo avanti in termini di offerta, ma credo sia opportuno riflettere molto attentamente. Per aprire un nostro ristorante e perché sia di successo, è necessario studiare molteplici variabili. Nel funzionamento di un locale, la cucina è solo uno degli aspetti, ce ne sono tanti altri di carattere gestionale, relazionale e non solo. Un ristorante in senso stretto, oggi come oggi, potrebbe essere fuori dal buisiness e i margini, per essere efficaci, dovrebbero essere mediamente molto più alti di quelli che vengono normalmente praticati. Presentarsi a Pescara con prezzi troppo elevati rischia di tirarti fuori dal mercato automaticamente, per cui è indispensabile trovare una formula intelligente e funzionale.
Qual è il target a cui si rivolge KiFood?
(Nicola) KiFood si rivolge a chiunque, non abbiamo un target specifico. Le occasioni possono essere le più disparate: dal matrimonio a una cena a casa propria con amici, senza dover pensare a nulla. Anche il pranzo in ufficio o l'inaugurazione di un locale, fino al classico catering. Creare un rapporto immediato con il cliente, coinvolgendolo per spiegargli la composizione di un piatto o il procedimento per prepararlo è un aspetto che mi incuriosisce particolarmente.
Sul sito www.kifood.net c'è anche una ricetta. È la prima di una lunga serie?
(Nicola) Si, inseriremo una ricetta al mese. Adesso siamo partiti con il filetto di patanegra e andremo avanti proponendo la nostra creatività e condividendola con il mondo del web. Oltre alla cucina e alle ricette stiamo valutando un altro progetto, che si trova in una fase embrionale, ovvero quello di promuovere una corretta alimentazione tra i bambini, in ambito scolastico.
Un po' come ha fatto lo chef britannico Jamie Oliver per combattere l'obesità infantile in Inghilterra?
(Fabrizio) Si, in linea generale. L'idea ci piace, e l'argomento è già di attualità in altri comuni italiani. Insegnare ai bambini cosa mangiare seguendo la stagionalità dei prodotti e affiancare la teoria ad una parte pratica, può essere molto importante per allontanarli dal "cibo spazzatura". Dovremo presentare un progetto e sottoporlo a valutazione per comprenderne la fattibilità. È tutto ancora da vedere.
(Filetto di Patanegra)
(Tartare di Baccalà)
(Paccheri)
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