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Pubblicato il 30/12/2012 19:07

Nicola Dragani stupisce a Masterchef

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di Giulia Grilli

Ha partecipato alle selezioni di Masterchef Italia insieme ad altri 8.000 candidati ed è approdato al talent show culinario rientrando tra i 18 concorrenti. Nicola Dragani, in arte Nick Mallo, ha stupito i giudici  Bruno Barbieri, Carlo Cracco e  Joe Bastianich assicurandosi un posto tra i migliori talenti selezionati per il programma televisivo. Timido, ermetico e di poche parole, dà vita alla sua creatività in cucina da soli quattro anni. Alle spalle ha un passato da dj, ma oggi Nicola, per scelta e per una sorta di umiltà con la quale esprime la sua fantasia gastronomica, fa il lavapiatti in uno dei locali più conosciuti della città di Pescara, il Caffè delle Merci. Le registrazioni del programma sono terminate da due mesi, ma non c’è modo di avere qualche anticipazione dal nostro concorrente abruzzese. Mistery box, invention test, sfide esterne, pressure test e duelli, queste le prove alle quali Nicola sarà sottoposto insieme ai suoi colleghi partecipanti. Lo scopo finale: eleggere lo chef migliore, il master chef appunto. Il vincitore della scorsa edizione, Spyros Theodoridis, si è aggiudicato 100.000 Euro in gettoni d’oro e ha pubblicato un libro di ricette edito da RCS Rizzoli. Non resta che sintonizzarci ogni giovedi sul canale 109 di Sky per conoscere il percorso di Nicola a Masterchef.

 

Come nasce la tua passione per la cucina?

La mia passione per la cucina nasce sin da piccolo, ma ho iniziato ad applicarmi con dedizione solo quattro anni fa. Ho imparato facendo pratica, con un po’ di fortuna. In realtà credo di aver dirottato le mie capacità dalla musica alla cucina, come se avessi spostato il baricentro. Probabilmente la musica non era sufficiente nella mia vita. Ho iniziato a suonare l’house nel ‘94 e ho prodotto una ventina di dischi  nel giro di qualche anno, ma per timidezza non ho mai partecipato ad eventi importanti. Per me il cibo e la musica sono molto simili. Anche nella cucina ci sono dei  tempi da rispettare, ma poter utilizzare i sensi per creare un piatto non ha paragoni.

 

Perché hai deciso di partecipare a Masterchef?

 È stata la mia compagna ad iscrivermi alle selezioni di Masterchef, e io non avrei mai pensato di poter essere notato tra 8000 aspiranti. Lei, invece, crede molto nelle mie capacità. Dopo qualche ora sono stato ricontattato e in seguito mi hanno intervistato telefonicamente. Alla fine sono arrivato a Roma dove sono riuscito a stupire, o almeno così dicono, con un piatto che faccio sempre l’estate, una tartare di tonno e fragole. Mi sono detto: figurati se scelgono proprio me. E pensare che la mattina delle selezioni non mi ero nemmeno svegliato.

 

Perché fai il lavapiatti e non il cuoco?

Perché secondo me è presto, devo ancora fare pratica. La nota positiva è data dal fatto che cucino solo piatti miei, di mia invenzione, senza prendere spunto da nessuno. Io creo al momento, apro il frigorifero e decido, come se fosse tutto naturale. Mi lascio ispirare del cibo, da quello che ho davanti. Preferisco cucinare il pesce, soprattutto crudo. Prediligo gli antipasti e i secondi, ma me la cavo anche con i primi piatti. In cucina non esiste il “non mi piace”, e anche se non sono un amante dei formaggi con odori forti, sto imparando a introdurre anche i latticini nelle mie ricette. Ultimamente ho creato un piatto a base di gelatina di agrumi, ubriacone al Teroldego, ovvero un formaggio italiano,  sesamo nero e pepe rosa.

 

Quali sono i concorrenti più temuti?

Sicuramente Maurizio, un mio amico di Milano molto bravo in cucina. Ma anche Andrea ha un grande talento. Daiana è una casalinga ed è preparata, ma tra le donne non credo ci sia nessuno in grado di brillare tra pentole e fornelli.

Qual è il giudice che ti intimorisce di più?

Carlo Cracco in assoluto. È un grandissimo maestro e mi identifico nella sua cucina estrema e innovativa, nel senso che la apprezzo molto e la comprendo. Io non potrò mai paragonarmi a uno chef come Cracco, sia chiaro. Lui arriva, ti si mette davanti, ti guarda e ti mette in soggezione come nessuno mai. Bruno Barbieri è il più stellato, ma non mi ha mai irrigidito tanto quanto Cracco. Joe Bastianich, invece, è il più umano di tutti, malgrado lo si possa vedere mentre lancia piatti disprezzandone il contenuto. Alle selezioni mi ha anche acceso e passato una sigaretta prima di assaggiare la mia creazione. Io ho guardato il regista e il cameraman perché non sapevo che fare, ma loro mi hanno detto di stare tranquillo e alla fine ho fumato come se fosse tutto normale. In realtà avevo l’ansia e non capivo cosa stesse succedendo.

Com’è cucinare per tre giudici che hanno un’esperienza e una conoscenza approfondita nel campo culinario e della ristorazione?

È durissima, devo ammetterlo. Soprattutto per i tempi: due minuti e mezzo per la spesa e quarantacinque minuti per la preparazione. Il piatto nasce in dispensa, dove decidi al volo che materie prime utilizzare mentre un altro concorrente ti scavalca sopraffatto dall’ansia. Fare le cose sotto pressione non è facile, sapendo che il livello dei tuoi sfidanti è alto. Inoltre, per uno timido come me, le telecamere sono un fattore negativo ulteriore. Ho sudato sempre a causa dell’emozione, perché non sono un attore. Rivedersi in televisione è stranissimo, sembro più grasso, quasi come se non fossi io. Non è come guardarsi allo specchio, è diverso.

Cosa ti aspetti da questa partecipazione a Masterchef?

Questo talent show mi ha dato una sorta di notorietà. Svegliarsi la mattina e vedere che le persone mi hanno contattato su facebook dopo avermi visto in televisione è straordinario. Io non ho mai utilizzato molto i social network e tutto questo calore dal pubblico mi incuriosisce. Sono partito con una decina di contatti e sono arrivato ad averne più di trecento. Tutti i giorni mi sento fare complimenti da perfetti sconosciuti,  mi fa un immenso piacere. La cosa più bella è poter scambiare commenti in tempo reale con chi ti apprezza. In cantiere, ovviamente, c’è l’idea di aprire un ristorante, ma ci vuole tempo e soprattutto vorrei fare qualche stage per migliorare le mie capacità.

 

Un’ultima domanda: perché Nick Mallo?

Perché l’estate divento scuro come il mallo di noce!

© Riproduzione riservata

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