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Pubblicato il 29/11/2012 14:02

Domenico Imperato, Gira(ndo) con la sua musica fino a Sanremo Giovani

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di Marcella Pace

 

Chitarrista, cantautore. La musica è linfa vitale per Domenico Imperato. Nato in Puglia, ad Acquaviva delle Fonti, questo energico ragazzo di 31 anni vive a Pescara fin da piccolissimo. È proprio qui, che ha iniziato da autodidatta a studiare canto e chitarra. Ma è a Roma che la sua formazione prende una piega diversa. Studia canto e armonia, frequenta  grazie ad una borsa di studio, la facoltà di Musica della Scuola di Comunicazione e Arte dell’Università di San Paolo del Brasile. Si laurea in Scienze della Comunicazione all’Università La Sapienza di Roma nel novembre del 2006 con una tesi dal titolo “Bossa Nova: poesia d’esportazione Pau-Brasil”.

Dal 2006 al 2009 ha vissuto tra Italia e Brasile. Negli ultimi tre anni ha presentato i suo brani in un’intensa attività live in giro per l’Italia, e ha vinto numerosi premi nazionali per canzone d’autore (Premio De André 2011 e 2012, Musica Controcorrente, Premio Augusto Daolio 2012, Biella Festival, Premio Carratta 2010, Premio Rosso 2011…).

E si capisce che, il palco, è il posto giusto per lui. 

 

Come nasce la tua passione per la musica?

Nasce da bambino per gioco con mio padre Enrico, originario di Napoli, e erede da parte di suo nonno di un passione per il canto tradizionale napoletano. Lui mi ha fatto cantare per primo, poi verso i 12 anni ho iniziato a suonare la chitarra e ho provato subito a scrivere due canzoni mie. In realtà ho continuato a suonare per anni ma solo come chitarrista rock e hard rock. Poi verso i 17-18 anni ho iniziato anche a cantare nei primi gruppi e ho ripreso a scrivere canzoni.

 

Tu sei un cantautore, dunque scrivi testi e musica dei tuoi brani. Come arrivano le ispirazioni?

A mio avviso l’ideale quando si scrive una canzone è che testo e musica nascano insieme, e che i due livelli si influenzino a vicenda in una specie di contagio creativo. Le canzoni che sono nate in questo modo , secondo me le riconosci. Hanno qualcosa di diretto, immediato e naturale. Ma purtroppo non è sempre così e quindi molto spesso si parte da un frammento di testo e si scrive la musica, oppure da una melodia, più o meno completa, e si scrive il testo. 

In realtà ho parlato dell’aspetto più “tecnico”, penso che l’ispirazione un po’ si cerca e un po’ si aspetta…ognuno a modo suo.

 

Sei spessissimo in Brasile, la tua musica è catalogabile nel genere bossa nova e persino nella tua tesi hai trattato il tema. Cosa ti affascina tanto di questa terra e delle sue sonorità?

Ho vissuto in Brasile per quasi 3 anni, ma in realtà non ci torno ormai da altrettanti 3 anni. L’incontro con la musica brasiliana è stato una vera e propria folgorazione, in particolare attraverso le canzoni di Jobim e poi di tantissimi altri compositori. Il mio orecchio ha intuito qualcosa di bellissimo ed è corso dietro alle loro soluzioni melodiche, armoniche e ritmiche. Poi ho imparato il portoghese e ho scoperto che, nonostante la ritmica danzante e la sempre presente “alegria”, dentro i versi c’è tantissima poesia e profondità.

In realtà nelle mie canzoni non c’è solo Brasile, ma tantissima Italia, musica Mediterranea e anche influenze del pop e del rock anglo-americano. Faccio musica italiana con un occhio di riguardo alla nostra musica popolare, soprattutto quella del Sud Italia, che su tutte è la radice che più sento scorrere dentro di me. Il tentativo è quello di creare qualcosa di nuovo e originale, che mi stupisca e emozioni, mischiando magari sonorità anche diverse come quelle di altre musiche popolari e della musica brasiliana.

 

In questi giorni stai partecipando alle selezioni di Sanremo Giovani e sei stato scelto tra i 60 finalisti con il tuo pezzo “Gira”. Come nasce? 

Sono molto felice in questi giorni perché non mi aspettavo di essere selezionato tra i 60 finalisti. È per me già bellissimo partecipare alle audizioni live di Roma e poter cantare il mio brano di fronte alla Commissione Artistica, che quest’anno è presieduta da un grande Maestro della musica italiana come Mauro Pagani. Inoltre sono ancora più felice che la canzone stia avendo un ottimo ritorno da parte del pubblico, piace a me e piace a tanti, quindi…

Sul sito Rai si è creato una specie di contagio e il brano sta Gira(ndo) tantissimo con più di 1500 “mipiace” e oltre 2500 visualizzazioni. 

Tornando al discorso di prima, questa canzone è nata di getto: testo e musica sono venuti fuori insieme! L’ho tenuta per un po’ di tempo nel cassetto, a “stagionare” e riposare, credendo che si trattasse solo di una bozza, di un’idea da terminare. Poi quando l’ho ricantata, ho capito che era già pronta e che non aveva bisogno d’altro.

 

Prossimi progetti?

A metà dicembre sarò a Roma tra i finalisti del Premio De André 2012 con un'altra mia canzone “Il settimino”, sul sito di Repubblica-Roma è possibile ascoltare e votare il brano. Poi ho dei concerti in giro per l’Abruzzo e sto lavorando all’uscita del mio primo disco, che spero sia pronto ad anno nuovo.

 

Cosa è per te la musica?

Come direbbe un grande compositore brasiliano di nome Guinga la musica ti mette in contatto con l’impalpabile.

 

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