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Pubblicato il 19/03/2013 11:11

I "Racconti di viaggio" di Giacomo Serafini

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di Marcella Pace

Con i suoi “Racconti di viaggio”, Giacomo Serafini, cantautore pescarese, vuole esprimere un'esperienza a 360°, fatta di amore, perdite, sogni, speranze, desideri. Lui di desideri e di sogni ne ha tantissimi. Uno su tutti, arrivare a toccare il profondo delle persone con la sua musica. E ci sta provando con tutte le sue forze con il suo album di esordio da solista. “Racconti di viaggio” appunto. Un album dalla gestazione lunga e faticosa. Un album messo in un cassetto per quasi un anno, per il troppo dolore e per la grande delusione provata, a causa di quella che lui stesso definisce quasi «una violenza al mio lavoro».

Facciamo un passo indietro. Gli esordi musicali di Giacomo si collocano nel 1994, quando questo giovanissimo ragazzo abruzzese, dopo aver frequentato la scuola in America, dove vive gran parte della famiglia della mamma, si trasferisce a Milano, dove nel 2001 si laurea in scienze della comunicazione e spettacolo allo IULM. Dal 1996 al 1998 è voce e chitarra dei “Jam”, poi inizia una lunga esperienza nei musical che lo vede nel 1998 nel ruolo di Romeo in “Romeo e Giulietta” al teatro San Ambrogio di Milano e nel 2002 prendere parte a “Jesus Christ Super Star” al Westside Theatre di New York. Rientrato in Italia nel 2003, si diploma in canto classico e moderno e fonda i “Drunx Fux”, la tribute band ufficiale dei Guns n’ Roses, girando l’Italia in lungo e largo fino al marzo del 2007. E' a quel punto che Giacomo si trasferisce a Roma ed inizia una collaborazione musicale con Alessio Ventura (produttore musicale e cantante di Dhamm, Sautiva e DB Boulevard) con il quale nasce il progetto di “Sarò con te”, brano finalista a Sanremo Giovani on line 2009 e di “Non so” finalista a Sanremo Nuova Generazione 2010.

Sempre nel 2009, Giacomo inizia a lavorare al suo progetto più importante. Il suo primo  disco, fatto da 10 tracce pop-rock di ispirazione anglosassone che coniugano i trascorsi hard-rock di questo cantautore con il genere british di band come Keane, Coldplay o 30 Seconds to Mars.

«Ho dato l'anima per questo progetto – racconta -. Parlando col mio produttore, Alessio, avevamo capito che dovevamo fare le cose in grande. Nel 2009 inizia la preproduzione, con un lungo studio sulla scelta del genere musicale e dei pezzi. Poi a fine anno, grazie anche all'enorme contributo ricevuto da un imprenditore abruzzese che ha deciso di sponsorizzare il mio disco, dandomi questa  opportunità, quasi come un vero “mecenate” dei giorni nostri, abbiamo scelto un grandissimo nome per la post- produzione». E' stato, infatti Steve Lyon, nome di caratura internazionale, dietro band come i Rolling Stones, Depeche Mode o i The Cure, a curare nei suoi “Panic Bottom Studios” a Londra, il mixaggio e la post produzione dei “Racconti di viaggio” di Giacomo Serafini, registrati ed elaborati anche in inglese. Ma è proprio qui che le cose si complicano. Giacomo propone ad una nota cantautrice italiana, che conosce da tempo, un featuring (collaborazione)  per il suo album e lei lo mette in contatto con un manager discografico che cura anche la sua immagine. «Ero entusiasta. Consegno tutto il materiale a questo manager, dal curriculum ricchissimo, il quale mi prospetta scenari d'oro per il mio disco. Dopo avergli pagato in anticipo tre mesi di contratto, a marzo 2012, questo manager che doveva essere una specie di “Re Mida” decide di cambiare mestiere, mollando il mio progetto su due piedi. Mi ritrovo così un portafoglio vuoto, un disco fermo da mesi e zero risultati». Inizia un periodo buio per Giacomo che mette il suo album nel cassetto e abbandona completamente la musica. Anche l'insegnamento di canto che aveva sempre portato avanti. «Ero arrivato al punto, persino di non voler ascoltare la mia musica. Il mio “Titanic”, quell'album che per me era inaffondabile, era colato a picco portandosi dietro i miei sogni e me stesso».

Giacomo a quel punto inizia a collaborare con una società di organizzazione eventi pescarese, cercando di dimenticare il mondo della musica. Ma è proprio lì che le cose cambiano. In estate, ha modo di organizzare il concerto di Paolo Nutini, giovanissimo cantautore scozzese, dal successo internazionale. «Mi avevano individuato come assistente personale dell'artista nella sua tappa a Pescara. Ho avuto l'occasione di trascorrere l'intera giornata con lui. Quando ci siamo guardati negli occhi – ricorda Giacomo – ci siamo riconosciuti in quanto artisti. Ci siamo scambiati i nostri dischi e lì tutto mi è diventato chiaro. Ciò che mancava al mio album era la chiave per toccare le persone. Quell'ingrediente giusto che conquista i gusti del pubblico. La musica è come un prodotto. Se faccio una canzone è come se disegnassi una T-Shirt, con l'obiettivo che questa venga indossata». Scaduto il contratto con l'agenzia, a settembre ricomincia l'avventura di Giacomo Serafini nella musica. Sale nuovamente sui palchi, anche con l'aiuto di Alessandro e Fabio che con lui avevano fondato la tribute band dei Guns n' Roses, ma soprattutto trova il canale giusto per divulgare il suo disco.  Ad accogliere i “Racconti di viaggio” di Giacomo è “Spotify”, un servizio musicale on demand, che offre agli artisti una visibilità mondiale digitale, pubblicando e condividendo i brani musicali. «In questo modo – spiega Giacomo con vero orgoglio ed entusiasmo – vedo il mio disco pubblicato ufficiosamente a livello mondiale. Nel frattempo sono in trattative con una grossa major discografica – etichetta, ndr -  che sembra interessata al mio disco e intanto preparo la partenza per Londra. Ad aprile, insieme alla mia ragazza che è un'archeologa, mi trasferirò in Inghilterra, così da tentare di far ascoltare il mio album fuori dall'Italia. Per l'occasione sto anche riorganizzando i miei pezzi in chiave acustica, in modo da presentarli in versione live nei locali londinesi. L'importante per me ora è coltivare la musica in ogni sua forma e mantenere vivo il mio talento». 

 

 

 

Giacomo Serafini, durante uno dei suoi live

  

Backstage del video musicale "Cieli Porpora" del suo album "Racconti di Viaggio". Foto di Andrea Buccella

 Foto di Andrea Buccella. Making of del video musicale

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