Linee pulite, tagli definiti, senza fronzoli, realizzati tutti nella purezza del colore bianco. Bastano questi semplici elementi a rendere la collezione “Purity”, una linea raffinata ed elegante che ha decretato il successo di Annalisa Teseo, una giovane stilista emergente pescarese, con studi scientifici alle spalle. Interamente ideati e confezionati da lei, gli abiti “Purity” rappresentano una vera e propria collezione ecologica, per la quale Annalisa è stata selezionata nel concorso nazionale Moda Etica, dedicato alle autoproduzioni dei talenti italiani. La collezione è stata realizzata utilizzando tessuti naturali come il lino, la seta, il cotone, la juta e la madreperla, quasi in continuità con gli studi passati della Teseo. Dopo il Liceo Scientifico, Annalisa, infatti, si iscrive alla facoltà di Scienze Naturali. «E’ stata una scelta fatta in automatico - racconta questa sorridente trentatreenne-. Ero portata per le materie scientifiche e quella mi sembrava la strada più naturale. Sono andata così a Perugia dove mi sono laureata alla Triennale con una tesi sperimentale in Mineralogia. Ma nel frattempo continuavo a coltivare la passione che non ho mai abbandonato. Passione ereditata da mia nonna. Era una sarta ed io fin da bambina cucivo insieme a lei. Mi divertivo ad ideare modelli per le mie Barbie che poi confezionavo con la sua macchina da cucire a pedali. Sono sempre stata educata “all’immagine”. Con mia mamma, che faceva la maestra, ci divertivamo a fare collage o disegni. È senz’altro da loro che ho ereditato la manualità e la creatività».
Nel tempo libero, anche durante i suoi studi, Annalisa continua a creare e cucire. «Alla fiera del cioccolato di Perugia esponevo in un piccolo stand alcuni cappellini che realizzavo all’uncinetto. Un po’ come fece Coco Chanel agli esordi – ironizza Annalisa, facendo riferimento alla celebre stilista francese che iniziò la sua carriera proprio realizzando cappellini-. Una volta tornata a Pescara, ho trovato un lavoro distante dai miei studi. A quel punto ho deciso di assecondare la mia vera inclinazione. Mi sono iscritta all’istituto di Moda Burgo e dopo poco ho partecipato al concorso nazionale “Moda all’ombra del Vesuvio”, con un abito di alta moda disegnato e cucito interamente da me». Il suo abito plissettato di confezione sartoriale, con cuciture rifinite, in chiffon, le consegna la vittoria di uno stage di sei mesi presso l’Atelier romano di abiti da sposa di Miriam Pieralisi. Lì entra nel laboratorio di sartoria di questa Maison di antica tradizione, dove vi rimane anche dopo la conclusione del periodo di stage. «È stata un’esperienza meravigliosa, che si è conclusa a maggio dell’anno scorso, durante la quale ho avuto modo di imparare tantissimo. Ho “rubato” con gli occhi quanto più possibile e sperimentato moltissimo. E sicuramente è stato il momento di sblocco. Ho preso più consapevolezza nelle mie capacità e mi sono lanciata in creazioni tutte mie».
Ora Annalisa dedica anima e corpo a creazioni sempre diverse, traendo spunto da un’attenta ricerca delle immagini, spaziando dai paesaggi ai dettagli architettonici fino agli oggetti più comuni, per passare poi alla scelta dei tessuti e dei colori. Solo in un secondo momento inizia la fase operativa, con il disegno dei modelli, la produzione di prototipi e la confezione dell’abito. «In questo modo riesco a creare un filo conduttore che riesce a connettere tessuti, colori e tagli e rappresenta il tema di quella determinata collezione. La soddisfazione più grande è vedere le persone innamorarsi dei miei abiti. Sono molto distante da quel tipo di moda che crea abiti/scultura, difficilmente collocabili sul mercato. Vorrei poter realizzare degli abiti originali, particolari e belli, di confezione sartoriale ma indossabili da tutti, sia da un punto di vista economico che di portabilità».
La stilista durante una sfilata della collezione "Purity" alla Nave di Cascella a Pescara
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