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Pubblicato il 07/02/2013 18:06

Maria Rita Piersanti: "Niente sogni nel cassetto, bisogna farli volare"

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di Marcella Pace

Leale. È il primo aggettivo che può descrivere Maria Rita Piersanti. Conduttrice televisiva, docente di pianoforte, giornalista, esperta di moda, speaker radiofonica, Maria Rita è anche mamma di Giulia, una splendida bambina di 6 anni, e moglie di Ilario, “voce” nota delle radio abruzzesi. Questa carismatica regina del palcoscenico è una vera professionista. Con la P maiuscola. Ma è soprattutto una persona piena di valori, su cui poter contare, decisa, e appassionata. Di cucina, giardinaggio e lavoro a maglia. E poi di lettura, musica e comunicazione. E proprio questi tre amori, uniti ad una bella dose di curiosità e al desiderio di esplorare e provare cose che istintivamente la affascinano, insieme ad un'altrettanta voglia di superare una timidezza adolescenziale, che lei stessa definisce “imbarazzante”, l'hanno portata a raggiungere i suoi più grandi obiettivi.

 

Diplomata in pianoforte e didattica della musica, quando Maria Rita Piersanti incrocia la sua strada con quella della televisione?

Nel 1991. Non avevo mai pensato di fare quel tipo di attività. Allora non pensavo neppure che potesse diventare una parte del mio lavoro. Accettai di dare una mano ad un amico e compaesano (di Montorio al Vomano, ndr), purtroppo scomparso giovanissimo qualche anno fa. Lui era motivatissimo, determinato, si impegnava, si preparava, studiava ogni dettaglio di quanto avrebbe detto e fatto in video. Io ero incuriosita, sì, ma mi stupivo di trovare semplice una cosa che in realtà avrebbe dovuto terrorizzarmi, visto quanto ero timida. Iniziai a condurre alcune piccole cose con lui, Fabrizio Lanti, e poi anche da sola. Amavo molto realizzare interviste-ritratto. La mia prima fu ad Anna Mazzamauro - la signorina Silvani di Fantozzi, per capirci - dopo un suo spettacolo teatrale. Splendida artista, poliedrica e fascinosa. E poi via di questo passo, utilizzando sia la mia curiosità che l'istinto. Il programma "Il Monte d'Oro", sull'allora neonata Tv6 (grazie a Luciano Di Luigi, che ci ha sempre creduto) ha avuto poi lunga vita. In quel periodo ho imparato che è semplice parlare agli altri, se hai qualcosa da dire e conosci il linguaggio adeguato.

 

Cosa consiglieresti ad una giovane che vuole intraprendere il tuo mestiere?

Proprio questo: impara bene tutto quello che puoi su te stesso, chi sei, di cosa vuoi parlare, cosa vuoi comunicare. Approfondisci, non restare alle banalità di superficie, alle battute di scena convenzionali che utilizzano tutti quelli che credono di essere conduttori. E poi cura la tua lingua, impara ad esprimerti nel migliore dei modi, arricchisci il lessico. Leggi, leggi, leggi! La lingua italiana è meravigliosamente ricca, e potrò sembrare anacronistica, ma mi fa davvero male vedere come viene maltrattata oggi da sedicenti professionisti. Aggiungerei molta pazienza, rispetto per chi ha più esperienza e competenza, e non aver paura di chiedere quello che non si conosce ancora. Certo, oggi il mercato è decisamente "inquinato" da tanti approssimativi indefinibili, ma la serietà nel tempo paga.

 

Complice anche la tua trasmissione tv “Provaci”, sei stata spesso una vera talent scout. Quali caratteristiche deve avere un vero “talento”?

Il talento è difficile da definire, ma lo si riconosce immediatamente quando lo si incontra. È qualcosa di viscerale, passa dalla "pancia", non dal cuore o dalla testa. Non ci sono regole assolute, ma di sicuro carisma, passione, volontà sono caratteristiche ricorrenti nei talentuosi. Se poi a queste si aggiungono anche intelligenza, studio, capacità tecniche e tanta voglia di imparare, allora la strada comincia a delinearsi. Oggi, però, tanti giovanissimi confondono il talento con la notorietà. Si può essere talentuosi e sconosciuti alle masse, così come si può essere famosi e assolutamente incapaci. Nel corso dei provini per "PROVACI! " abbiamo spesso assistito ad autocelebrazioni imbarazzanti soprattutto perché non supportate da reali capacità artistiche. Quando ho iniziato a lavorare io in questo ambito, all'inizio degli anni '90, le cose erano diverse, ma purtroppo sono precipitate in fretta, complici anche tanti finti maestri che hanno seminato in giro voglia di successo facile, facendosi lautamente remunerare dai creduloni senza arte né parte. Voglio essere ottimista, e penso ancora che ci sono tanti ragazzi in gamba, capaci, che avranno la forza di prepararsi alle sfide che li aspettano, a prescindere dalla notorietà facile.

 

Oltre che presentatrice sei autrice dei tuoi programmi. Quali sono i prossimi progetti televisivi?

Mi è difficile dare una risposta precisa. Ci sono alcuni programmi, a parte "PROVACI!",scritti e pronti per essere realizzati, ma la tv al momento ha da risolvere alcune incongruenze di massima. O probabilmente sono io che sono diventata più esigente nel tempo. C'è sempre il web, che secondo me sarà la continuazione naturale delle varie pay tv o di canali digitali terrestri o satellitari. Il pubblico diventa sempre più pigro, vorrebbe quasi (lo dico in senso ironico) un confezionamento su misura per ciascun individuo. E questo può darlo solo il web, al momento.

 

Cosa pensi del panorama televisivo regionale abruzzese?

Ci sono cose che apprezzo e colleghi validi e preparati. Mi spiace però vedere ancora che diverse persone non trovano la collocazione che meriterebbero, mentre si assiste al piazzamento di cose, programmi, persone decisamente incomprensibili, a volte autoreferenziali ed autocelebrativi. Spesso a costo zero, a discapito di chi è un libero professionista e faticosamente strappa pochi euro (e poco rispetto) un po' qua e un po' là. Non credo sia utile scimmiottare programmi già esistenti e ben realizzati a livello nazionale, penso da sempre che un'emittente locale, piccola o grande che sia, debba occuparsi del territorio in cui vive,e a cui deve la sua stessa sopravvivenza. Ma è un discorso lungo…..Il pubblico non è sciocco. Segue, osserva, chiacchiera, spettegola pure, e poi decide. La conferma della bontà di un prodotto tv, o della capacità di un giornalista, o di un conduttore, viene dopo, nel tempo, quando vedi che le persone ricordano in dettaglio quello che hai fatto e che fai. Se poi ti copiano, se in qualche modo imitano te o il tuo lavoro, allora vuol dire che hai lavorato bene!

 

Qual è il programma che vorresti condurre?

Ce ne sono diversi che mi piacerebbe realizzare. Territorio e storia, lavoro e realtà giovanili, arte e professioni. Amo viaggiare, ma ora purtroppo lo faccio meno di quanto ho potuto tempo addietro. Ai tempi in cui ero a Radionorba, collaborando anche con Telenorba, ho sperimentato anche il piacere di viaggiare da sola e scoprire terre e luoghi del tutto nuovi, per me. Mi piace incontrare le persone, parlare con loro, raccontare le loro vite e le loro passioni. Anche le loro difficoltà, in questo periodo storico particolare. E mi piace il lavoro di squadra, davvero tanto! Un gruppo di persone motivate da un progetto comune, affidabili e compatte, può fare cose incredibili! Ma occorrono editori illuminati. Oppure si deve far da se'...

 

Sogno nel cassetto?

Un cassetto è troppo piccolo, e poi se un sogno lo tieni rinchiuso non saprai mai se può diventare realtà. Non avendo mai avuto nessuno, quando ho iniziato, che mi sostenesse e mi spingesse a credere in me (anzi, le persone a me più vicine mi spingevano a lasciar perdere…), ho imparato a lanciarmi, ad andare oltre il punto di non ritorno. Da quel momento, le cose hanno funzionato meglio, e quello che amavo fare è diventato più vicino e raggiungibile. Dipende da noi, far volare i sogni. Sempre.

 

 

 

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