Sull'ordinamento degli enti locali, e dunque sulla riforma delle Province, non e' indispensabile un intervento esclusivamente con legge costituzionale. Lo sottolinea la Consulta, nella sentenza n.220 depositata oggi, con la quale spiega perche' il 3 luglio scorso dichiaro' l'illegittimita' del riordino delle Province
Le considerazioni svolte dalla Corte "non entrano nel merito delle scelte compiute dal legislatore - si legge nella sentenza - e non portano alla conclusione che sull'ordinamento degli enti locali si possa intervenire solo con legge costituzionale, indispensabile solo se si intenda sopprimere uno degli enti previsti dall'articolo 114 della Costituzione (Comuni, Regioni, Province e Citta' metropolitane, ndr) o comunque si voglia togliere allo stesso garanzia costituzionale", ma "piu' limitatamente" i rilievi dei 'giudici delle leggi' sottolineano che "non sia utilizzabile un atto normativo, come il decreto legge, per introdurre nuovi assetti ordinamentali che superino i limiti di misure meramente organizzative".
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