Teramo pronta al ricorso al Tar contro la spending review che taglia la provincia. L'intenzione è emersa nel corso del primo incontro del Cal. Il presidente della provincia Valter Catarra ha ribadito il suo aperto dissenso al metodo e al percorso individuato dal decreto sulla spending review e ha annunciato che la Provincia di Teramo, insieme ad altre Province italiane come Benevento e Rovigo per citarne alcune, fara' ricorso al Tar contro il provvedimento del Governo.
"Sostengo e non da oggi che il provvedimento va impugnato perche' e' incostituzionale e di fatto sottrae ogni ruolo alle comunita' locali. La dimostrazione di quanto sia dannoso e' sotto gli occhi di tutti: ha gia' innescato una guerra fra territori che indebolira' tutta la regione. Detto questo il Cal dovra' deliberare sulla base delle proposte che verranno avanzate e il sindaco Brucchi ha annunciato che formalizzera' quella gia' discussa con gli altri sindaci teramani, il 23 agosto scorso, che prevede la conferma di tre Province con Pescara citta'-metropolitana. Diciamo che il confronto e' appena iniziato e l'auspicio e' che si alimenti con riflessioni serie e ponderate, sulla base di dati e scenari, che devono prefigurare le conseguenze delle diverse ipotesi in campo. Qui non sono in ballo le dislocazione di alcuni uffici pubblici ma le dinamiche sociali, economiche, demografiche che si metteranno in moto e che avranno conseguenze in tutta la regione per i decenni futuri".
La provincia teramana era rappresentata dagli esponenti eletti, i sindaci di Roseto e Pineto, rispettivamente Enio Pavone e Luciano Monticelli, e con i membri di diritto il presidente dell'amministrazione provinciale Valetr Catarra ed il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi.
Alla riunione del Consiglio delle Autonomie Locali ha partecipato il Presidente della Provincia di Pescara, Guerino Testa, che lancia anche la sua proposta: "In Abruzzo solo due Province".
"Il Comune e la Provincia di Pescara si presenteranno alla prossima riunione del Cal (Comitato per le Autonomie locali) a L'Aquila, il 7 settembre, con la formalizzazione della proposta avanzata dal centro-destra, ossia la riduzione delle Province abruzzesi da quattro a due: L'Aquila a occidente, e ad est una grande unica Provincia Appenino-Adriatica, costituita dall'area metropolitana Pescara-Chieti-Teramo, delimitata da un lato dal Tronto e dall'altro dal Biferno. Questa sembra l'unica ipotesi realmente percorribile e sulla quale e' possibile trovare la convergenza di tutte le forze istituzionali, al di la' delle appartenenze politiche". Lo hanno detto il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia e il presidente della Provincia Guerino Testa tracciando un bilancio della prima riunione odierna del Cal che si e' svolta oggi a L'Aquila. Il presidente del Cal, Antonio Del Corvo, ha chiarito in modo definitivo che la riduzione delle Province dovra' avvenire tenendo conto della fotografia dell'esistente cristallizzata al 24 luglio scorso, per cui non e' piu' possibile pensare di 'allargare' o ampliare le Province attualmente esistenti, inducendo alcuni Comuni a passare con l'una o l'altra Provincia, al fine di garantirne la sopravvivenza a tutti i costi. Un percorso in tal senso era stato ipotizzato nei giorni scorsi nel teramano che punta ad allargarsi acquisendo comuni dell'area vestina.
Pescara ha espresso parere contrario alla proposta di sollecitare la stessa Regione Abruzzo a impugnare per incostituzionalita' la legge: "Abbiamo detto chiaramente - proseguono Testa e Mascia - di non condividere tale ipotesi, perche' contraria allo spirito stesso della spending review, concepita non semplicemente per 'tagliare' le Province, ma per perseguire, a giudizio del Governo, una riduzione dei costi"
L'opinione di Giuseppe Tagliente, consigliere Pdl
"Si fa un gran parlare in questi giorni dell'abolizione e del riordino delle province abruzzesi. In ogni ambiente, in ognuno dei forum che impazzano in queste serate di fine agosto, sulle pagine dei social network, un po' dappertutto insomma, tranne che in casa Pdl, che rimane chiusa per ferie nonostante il pochissimo tempo rimasto a disposizione, dal momento che il Decreto Legge 95/2012, convertito in legge il 7 agosto scorso, concede soltanto settanta giorni per decidere sulla scorta dei criteri dei 350mila abitanti e dei 2500 mq". Lo sostiene il Consigliere regionale del Pdl, Giuseppe Tagliente, in merito al riordino delle province. "Perche' tanto incomprensibile silenzio, che ha peraltro aperto una pericolosa breccia alle discussioni inutili, ai campanilismi anacronistici, alle farneticazioni sterili? Il PDL ha paura di decidere? I vertici del partito sono impegnati soltanto sul terreno delle ricandidature e temono di alienarsi simpatie elettorali nel proporre e prendere posizione? Possibile non si rendano conto dell'occasione storica che stanno perdendo di ridisegnare in senso piu' moderno l'intera struttura di governo del territorio regionale? Che fine avete fatto coordinatori, deputati e senatori, presidenti ed assessori? La politica chiama, bussa alla vostra porta ma voi non ci siete. Svegliatevi, per favore, e convocate quel che resta della classe dirigente del centrodestra abruzzese per una discussione approfondita e seria sul'argomento. Prima che, come al solito, siano altri a decidere per questo nostro Abruzzo".
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