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Pubblicato il 17/04/2015 11:11

Andrea Costantini, surrealismo fotografico da Washington DC

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di Giulia Grilli

Andrea Costantini ammette di non saper nuotare, nonostante sia un pescarese doc. Eppure la sua traversata atlantica, motivata da un'innata fede nel Sogno Americano, lo ha condotto, nel 2010, fino a Washington Dc dove oggi vive e svolge la sua professione.

 

Noto in tutto il mondo per la rivista online Photographize, questo talento abruzzese è riuscito a materializzare le sue idee in un paese dove la meritocrazia è la regola base per l'autodeterminazione e per il successo. "Appena arrivato in America ho deciso di realizzare una delle mie tante idee: un magazine di fotografia e arte" racconta Andrea. "Partendo da spazi dedicati ai miei amici italiani ho alzato il tiro rivolgendomi a personalità di un certo spessore, creando una rete importante di contatti. Poi l'anno scorso, per caso, da 30-40.000 utenti ho iniziato ad essere seguito da un numero crescente di persone, e oggi ne conto più di 500.000. I follower aumentano in modo esponenziale, ogni settimana, e credo di arrivare al milione entro fine anno".

 

Photographize è una rivista bimestrale scaricabile dal web, interamente realizzata da Andrea che crede nella forza del potere-è-volere e dell'organizzazione, e in quella giusta dose di egocentrismo che esclude a priori il lavoro di squadra. La scelta degli artisti, delle immagini, la costruzione grafica, tutto è nelle sue mani. E per i mal credenti che lo accusano di acquistare follower sui social network lui risponde "non l'ho mai fatto perché non è questo il mio scopo. A me interessa che il magazine sia bello, visibile, apprezzato dagli utenti, semplice e privo di troppe pubblicità che possano distogliere l'attenzione dal reale contenuto".

 

 

Gli piacerebbe potersi definire un "talent scout" di artisti. "L'umanità in generale è creativa", spiega Andrea, "ci sono grandissimi talenti in Italia, Stati Uniti, Francia, Brasile, ma anche in Iraq, Armenia o Iran è pieno di persone geniali. Nonostante le guerre, la fame e la povertà, l'uomo ha un continuo bisogno di esprimersi".

 

Parallelamente a questa passione editoriale, Andrea porta avanti il suo personale percorso da artista. Fotografia e surrealismo si fondono nella creazione di immagini in cui volti umani vengono privati dei dettagli principali per perdersi in un mondo fantastico di particolari minuziosi che esplodono dalla mente di ognuno, creando universi paralleli e visionari.

 

 

"Tutto è partito dai primi scatti fotografici che ho fatto ad alcuni amici qui a Washington", spiega l'artista. "Sono un amante dei ritratti e su di essi ho costruito il mio linguaggio. Voglio che lo spettatore trovi qualcosa di interessante da vedere, che catturi la sua attenzione, e spero di essere riuscito a delineare uno stile personale che sia riconoscibile dal pubblico. Il mio lavoro parte dagli studi che ho fatto al Liceo Artistico Misticoni Bellisario di Pescara, dove il professore Pierpaolo Serini, mi ha influenzato per cinque anni insegnandomi la tecnica del collage".

 

Presente in diverse piattaforme telematiche, le sue immagini vengono acquistate in tutto il mondo, dall'Europa alla Cina. Le esposizioni internazionali non mancano: Roma, Barcellona, Washington, New York e prossimamente Firenze e Torino, mentre fioccano contatti con imprese statunitensi per lavori grafici, il suo personale sottobosco di creatività.

 

 

"Del mio paese mi manca tutto" racconta Andrea, "la famiglia, gli amici, l'aria che si respira, lo spirito italiano, il dialetto, e anche gli arrosticini! Ma ciò che mi offre questa nazione, in Italia è ancora impensabile. Qui l'organizzazione, l'educazione, l'onestà e la professionalità ti permettono di realizzare ciò che nel nostro paese non è realizzabile. Se le cose cambiassero tornerei all'istante, ma per ora resto qui".

 

Sono trascorsi solo cinque anni da quando Andrea è partito per Washington DC inseguendo il Sogno Americano: oggi è un artista, ha un figlio di due anni e la vita sembra proseguire con la tranquillità da lui tanto desiderata. "Di una cosa sono certo" conclude Andrea, "io non morirò negli Stati Uniti! La mia vecchiaia la vivrò in Abruzzo".

 

 

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