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Pubblicato il 12/04/2014 17:05

Kaalt, quando il tempo rende gli oggetti cool

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di Giulia Grilli

Pescara è vuota, ovattata da una fitta pioggia primaverile. Aspetto Roberta Patrizia Di Benigno e Gianluigi D'Angelo, entrambi architetti, davanti alla porta del loro nuovissimo negozio in via Nicola Fabrizi, Kaalt. Malgrado il grigiore e il silenzio, vengo rapita da oggetti colorati, occhiali da sole vintage, ricordi di infanzia, e da un'affascinante linea di bigiotteria retrò.

Aperta la porta del piccolo store e accese le luci il bianco si fa accecante e tutto diventa luminoso. In bilico tra un viaggio indietro nel tempo e design contemporaneo, ascolto la storia di Roberta e Gianluigi. Un racconto che sa di dedizione, coraggio e controtendenza, che li ha spinti a trasferire il commercio dall'etere ad una realtà ancora intrappolata dalla crisi.

 

 

Che cos'è Kaalt?

Gianluigi. Il progetto è nato nel 2010, dalla nostra comune passione per il vintage e il modernariato. Negli anni avevamo accumulato una vasta collezione di oggetti e bigiotteria e così, spinti dalla noia crescente che stava attanagliando il nostro lavoro da architetti, e desiderosi di dare libero sfogo al nostro lato creativo, abbiamo deciso di aprire un e-commerce dedicato a quel vasto mondo di oggettistica e complementi d'arredo.

Roberta. Quest'inverno, grazie alla collaborazione con il negozio Patriarca, abbiamo deciso di provare ad avere un contatto diretto con il pubblico dando vita ad un temporary store unendo l'arredamento Patriarca alla nostra collezione di complementi. La risposta è stata talmente positiva che alla fine abbiamo deciso di aprire un punto vendita, perché questi sono oggetti che necessitano di un impatto sensoriale, sia tattile che visivo.

 

 

 

 

 

E il vostro lavoro da architetti?

Roberta. Continuiamo sempre a farlo! Certo, i nostri sono salti mortali, ma oggi posso dire che la mattina, quando mi sveglio, sono contenta di fare quello che faccio, perché tra la burocrazia, prove tecniche, questioni patrimoniali legate agli immobili, c'è una soddisfazione che ripaga i nostri sforzi. Le persone si stanno appassionando a marchi come Trifari, brand di punta della bigiotteria statunitense degli anni '50, e i bambini stanno scoprendo telefoni degli anni '70 o '80 di cui non conoscevano nemmeno l'esistenza.

 

Quali sono gli oggetti che vendete di più?

Gianluigi. La bigiotteria si vende molto. Questi sono pezzi di design a tutti gli effetti, lavorati a mano con una storia alle spalle. Oggi possiamo vantarci di aver aperto canali diretti con l'America che ci permettono di avere qui a Pescara oggetti da collezione estremamente rari, appartenenti alla seconda metà del Novecento, ma mai usati. Poi ci sono molti articoli contemporanei, che acquistiamo direttamente dal produttore o che riportano il marchio Kaalt. Dietro c'è sempre la ricerca di uno stile retrò, come per gli occhiali da sole, che vanno dalla replica di modelli degli anni '60 ad innovazioni che mescolano linee consolidate ad elementi totalmente nuovi.

Roberta. In futuro vorremmo produrre oggetti progettati da noi, e proporli attraverso i nostri canali di vendita, sia con l'e-commerce sul sito www.kaalt.it , che continuiamo a sviluppare, che con il negozio.

 

 

 

Quindi dare vita alla vostra creatività?

Gianluigi. Si, esatto! Questo è un progetto in crescita che ci offre un alto potenziale di sviluppo. Ma l'idea principale da cui partire è che il design dev'essere democratico, accessibile a tutti. C'è ancora una zona inesplorata tra Ikea e il grande design, tra il prezzo basso e quello elevatissimo. La bellezza non è per forza ostentazione della ricchezza, perché può essere bello anche ciò che è pop.

 

Tra un racconto e l'altro Gianluigi mi mostra una collana di Kenneth Jay Lane, designer del collier di perle indossato da Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany. "Questo è un oggetto che arriva dal New Jersey e il privato che ce l'ha venduta ci ha inviato anche un bigliettino scritto in un italiano improvvisato, per raccontarci che questa collana era di sua nonna, originaria di Ortona a mare! Siamo rimasti di stucco quando l'abbiamo scoperto". Finisco per convincermi che gli oggetti una volta avessero un'anima, quella degli uomini che li avevano ideati e creati con cura. Lavori minuziosi, spesso fatti a mano, o caratterizzati da un design dalle linee ancora attuali ma che hanno saputo fare la storia e che rimarranno indelebili nelle nostre menti. La passione di Roberta e Gianluigi è tangibile, e pulsa nei racconti di ogni singolo articolo che con attenzione hanno ricercato in giro per il mondo.

 

 

Ma in questo periodo nero per l'economia, perché avete deciso di aprire uno store? Perché non continuare solo con lo shop on-line?

Gianluigi. E' stato sicuramente un atto di coraggio, perché aprire un negozio, almeno di questi tempi, necessita di una giusta dose di follia! Ma crisi in cinese vuol dire anche opportunità e noi dovevamo cavalcare l'onda adesso. Non si può vivere di rimpianti e i progetti vanno visti con lungimiranza, perché è normale che adesso siano necessari tanti sacrifici. Dietro Kaalt c'è un equilibrio dettato dal bilanciamento delle nostre caratteristiche, perché noi siamo una coppia nella vita, ma solo unendo le nostre forze e passioni potevamo decidere di lavorare anche insieme. E poi, il negozio ci permette di fare ciò che in rete diventa troppo difficile, ovvero raccontare un oggetto che ha una storia e un'anima.

Roberta. Dopo l'esperienza con il temporary store da Patriarca abbiamo capito che lo scambio con le persone è fondamentale, e le gratificazioni sono quotidiane. Kaalt sta diventando la nostra linfa vitale, e speriamo che in futuro possa essere il nostro unico "lavoro".

 

 

 

           

 

 

Foto: Giulia Grilli

© Riproduzione riservata

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