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Pubblicato il 23/01/2015 10:10

L’essenza dell’Abruzzo contemporaneo in mostra con Voci

paesaggio, territorio, giulia grilli, storia, museo delle genti d'abruzzo, Mariano Cipollini

di Giulia Grilli

La storia regionale continua ad affascinare il pubblico al Museo delle Genti d'Abruzzo, dove passato e presente si alternano in due esposizioni fotografiche in grado di svelare come l'essenza di un entroterra in via di estinzione sia pressoché immutata nel tempo.

 

E dopo uno spaccato storico degli anni '20 e '30 di un Abruzzo montano e rurale retrogrado, a tratti alienante, ma poetico e di grande impatto, presentato dagli scatti di Scheuermeier e Rohlfs in "Il tempo qui non vale niente", il percorso trova il suo prosieguo in "Voci". Le immagini di Paolo Dell'Elce, tratte dallo studio del 2003-2004 Farindola, la terra e i volti tracciano un profilo contemporaneo dei temi legati al territorio e ai suoi abitanti, sottolineando ancora una volta l'importanza delle radici e del senso di appartenenza.

 

"Con Voci ho voluto creare percorsi culturali paralleli e multidisciplinari" ha spiegato il curatore della mostra Mariano Cipollini. "Il passaggio dall'indagine visiva al racconto parlato e sonoro, attraverso l'ascolto di scritti scelti e brani musicali, ci offre la possibilità di comporre un più articolato e incisivo mosaico in cui i contenuti, pur strettamente legati a una narrazione squisitamente regionale del chi siamo oggi, assurgono a valori riscontrabili e condivisibili universalmente".

 

Voci è una mostra nella mostra, che nasce dal confronto con Il tempo qui non vale niente (prolungata fino al 29 marzo grazie al successo di pubblico e critica), e prende vita nelle immagini, nelle parole e nelle note. La ricerca fotografica di Paolo Dell'Elce è, infatti, accompagnata dalle letture tratte da Fontamara di Silone e La solitudine del Satiro di Flaiano, interpretate rispettivamente dalle attrici Susanna Castiglione e Lucrezia Guidone. Le musiche, invece, sono quelle dei brani composti da Diego Conti e Adolfo Dececco.

 

 

I protagonisti degli scatti svelano una realtà povera, di sguardi malinconici, di tempo trascorso lentamente, di paesaggi in cui il dialogo tra vita e morte si rincorre dando forma ad un'esistenza infinta. Ma ancora i silenzi, l'odore del camino, la natura incontaminata, i maglioni di lana sdruciti, i grembiuli fiorati delle donne anziane con i fazzoletti in testa descrivono dimensioni contrapposte a quelle delle realtà urbane.

 

Ma quanto è cambiato l'Abruzzo rurale dal 1920 a oggi? "Dal punto di vista iconografico molto poco" afferma Cipollini, "mentre dal punto di vista numerico è diventato inesistente, si è talmente assottigliato che da qui a qualche anno potremmo perderlo. Le valenze fotografiche, gestuali, dei contenuti sono quelle degli inizi del ‘900, ma oggi a Farindola non c'è quasi più nessuno. Resta il paesaggio, prioritario e immutato".

 

 

Le immagini raccontano un mondo interiore e conducono a una visione pessimistica del vivere, in cui l'unica speranza è data dalle nuove generazioni ritratte in alcuni scatti dedicati ai bambini. E al mutismo doloroso di Sheuermeier e Rohlf si contrappone la sonorità delle voci dell'oggi, che si articolano in un pensiero incentrato sulle identità.

 

"Questa è una mostra che pone a confronto il com'eravamo e come siamo oggi" conclude Alessandra Moscianese, coordinatrice del museo, "e termina in un tuffo nel presente che annulla la frenesia a cui siamo abituati, e ci induce a pensare che il tempo davvero non abbia il valore che gli attribuiamo".

 

Voci racchiude una coralità di pensieri, in cui il suono diventa parola, racconto visivo e musica per un contributo unico in grado di rappresentare un Abruzzo che c'è stato, che prosegue nel presente, ma che potrebbe non esistere più in un futuro prossimo.

 

 

 

Pescara, Museo delle Genti d'Abruzzo 10 gennaio- 29 marzo 2015

Orari di apertura:

Da lunedi a sabato dalle 9 alle13,30
Il martedi e il giovedi dalle 15 alle 18,30
Il sabato e la domenica dalle 16,30 alle 20

 

 

 

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